Si conclude nel modo peggiore, con l’eutanasia, nonostante gli anni di battaglia da parte dei suoi familiari, il caso di Vincent Lambert, il 42enne francese tetraplegico ricoverato in stato di coscienza minima a Reims. Il collegio medico, basandosi sulla dichiarazione da loro formulata che l’uomo è “un vegetale” tenuto in vita con macchinari, da tempo ha deciso di applicare la procedura per cessare l’alimentazione. Come nel caso di Eluana Englaro, Lambert dovrebbe morire di fame e e sete. I genitori, i fratelli e le sorelle si sono sempre opposti e sono state raccolte 110mila firme in sua difesa. Ben 70 tra medici e professionisti con lunga esperienza nella cura di persone cerebrolesi in stato vegetativo o iporelazionale, hanno da tempo preso le sue difese sostenendo che “Vincent Lambert non è in fin di vita: è sì in stato iporelazionale, e cioè non è in coma, ma non richiede alcuna misura di rianimazione e ha capacità di deglutizione e vocalizzazione. La sua sopravvivenza nelle condizioni e nel contesto che lo circondano – disintegrazione famigliare, procedure giuridiche interminabili, scatenamento mediatico, assenza di progetto di vita con abbandono di ogni rieducazione o uscita o momento in sedia a rotelle, isolamento sensoriale e relazionale nella sua camera, dov’è rinchiuso a chiave da quattro anni… – testimonia anzi ai nostri occhi la sua tenace pulsione di vita”.



SOPRAVVISSUTO PER 31 GIORNI

Nel 2013, quando si decise di procedere con la sua morte, l’uomo è sopravvissuto a ben 31 giorni senza alimentazione e con una idratazione ridotta al minimo. “Quando non vogliono più vivere questi pazienti muoiono in pochi giorni o anche poche ore” dicono i 70 medici, sottolineando come quanto accaduto testimoni la sua precisa volontà di continuare a vivere. Adesso il consiglio di stato francese ha confermato la sentenza del tribunale amministrativo decidendo per lui la morte. La Cedu ha così respinto il ricorso dei genitori, che nel frattempo hanno interpellato pure il Comitato internazionale per i diritti delle persone con disabilità, presso l’Onu, il cui parere potrebbe giungere «all’inizio o a metà della settimana prossima», secondo Jean Paillot, legale dei coniugi Lambert.

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