L’eutanasia potrebbe essere la principale riforma sociale del secondo mandato di Emmanuel Macron. Il tema è divisivo: c’è chi lo ritiene emblema della assoluta libertà di morire con dignità e chi la definisce una licenza di uccidere per altri. Di fatto, l’assistenza attiva alla morte in Francia non è più un tabù. Infatti, è stato convocato un convegno cittadino per discutere della questione: martedì è cominciato il sorteggio di 150 cittadini che poi si confronteranno dal 9 dicembre per quattro mesi. Nel frattempo, il ministero della Salute ha convocato gli operatori sanitari. L’intenzione del governo francese è di aprire un processo di consultazione di fronte ad un tema così delicato e intimo come l’eutanasia, nella speranza di evitare che le discussioni diventino aspre. Éric de Moulins-Beaufort, capo dei vescovi francesi, ha già mandato un messaggio a Macron, spiegando a Le Parisien che il voto per l’eutanasia significherebbe oltrepassare la linea rossa.



La legge attuale è quella del 2016, nota come Claeys-Leonetti, che ha creato il diritto alla sedazione profonda e continua fino alla morte. Il presidente francese sta valutando se apportare un aggiustamento o un cambiamento profondo. Nel frattempo, il presidente della Conferenza episcopale francese (CFE) lo avverte: è possibile accompagnare meglio la fine della vita senza ricorrere all’eutanasia o al suicidio assistito. «Quello che vedo è che abbiamo una legge, la legge Claeys-Leonetti, che è stata approvata sei anni fa e che tutti conoscono. Tutti concordano sul fatto che non sia stata ancora realmente attuata. È sorprendente che sia necessario preparare un’altra legge prima ancora che questa sia stata attuata», spiega Éric de Moulins-Beaufort a Le Parisien.



“NO A SOCIETÀ DOVE SI HA DIRITTO DI FAR MORIRE”

In particolare, non c’è stata la giusta implementazione sul fronte delle cure palliative, secondo il numero uno dei vescovi francesi. «Le cure palliative sono molto poco sviluppate in Francia e distribuite in modo disomogeneo». Quando gli viene chiesto se rilanciare il tema delle cure palliative sia un modo per eludere le aspirazioni dei francesi, il 90% dei quali secondo i sondaggi vuole che la legge cambi, replica: «Un altro modo di eludere è immaginare che offrire la possibilità di morire ci liberi da un problema». Per Éric de Moulins-Beaufort non si possono lasciare sole le persone con malattie incurabili, oltre che con la consapevolezza che lo Stato non possa fare nulla per loro. «Sarebbe spaventoso! Le cure palliative richiedono infatti risorse umane ed economiche. Si tratta di scelte di bilancio. Ma è questa scelta che dobbiamo avere il coraggio di fare». Ma questo non vuol dire che la legge attualmente in vigore in Francia sia perfetta. «Ci sono indubbiamente dei miglioramenti da apportare, soprattutto in termini medici, per quanto riguarda la sedazione profonda. Tutti i medici che ho incontrato mi hanno assicurato che esiste un altro modo. Non c’è alcun problema se la medicina fa progressi nel modo in cui accompagna la fine della vita o nella comprensione di ciò che è la morte. La domanda è: dobbiamo creare leggi per tutte le situazioni estreme che possiamo immaginare?». Nell’intervista a Le Parisien Éric de Moulins-Beaufort chiarisce qual è la linea rossa che Emmanuel Macron non deve oltrepassare: porre il voto sull’eutanasia. «La attraverseremo se voteremo per l’assistenza attiva alla morte, perché saremo in una società dove si ha il diritto di far morire qualcuno, il che è davvero molto grave! Costruire una società sul fatto che ci aiutiamo a vivere e a non morire mi sembra una scelta essenziale, dalle conseguenze immense».



“EUTANASIA? CONTRARI ANCHE EBREI E MUSULMANI”

Tra le varie obiezioni che vengono sollevate a chi è contrario all’eutanasia c’è quella della libertà delle persone di scegliere consapevolmente la fine della propria vita, cosa che dovrebbe essere garantita da uno Stato laico. «Il suicidio è una decisione individuale, ma il suicidio assistito diventa una decisione collettiva. Possiamo ancora costruire una società quando il desiderio individuale si impone sul bene comune? Sono un po’ preoccupato per l’evoluzione della nostra società in cui la dignità è equiparata all’autonomia. Anche la dipendenza dagli altri fa parte della nostra condizione umana», la risposta di Éric de Moulins-Beaufort. Il capo dei vescovi francesi ha aggiunto anche di non essere sicuro «che andare verso la legalizzazione dell’eutanasia, incoraggiando la possibilità di anticipare la morte, sia un ottimo segno di vitalità». Ci tiene anche a precisare che è un tema a cui non si oppone solo il mondo cattolico. «Gli ebrei si oppongono e anche i musulmani. La fede monoteista ci fa indubbiamente scoprire qualcosa della capacità di fratellanza tra gli esseri umani. Ogni vita conta e ogni vita è importante per tutti!».