Eva Cantarella, illustre grecista e giurista specializzata in diritto antico, si racconta al Corriere della Sera in una lunga intervista sul femminismo. La storia anche personale di Eva Cantarella è decisamente particolare: il grande amore della sua vita è stato il marito Guido Martinotti, sociologo scomparso nel 2012, ma le vicende del loro matrimonio sono di certo particolari.



Ad esempio, divorziarono per difendere il divorzio e poi si risposarono; vivevano in due case vicinissime ma pur sempre separate (“una vita insieme, ma sempre con la giusta distanza”); una coppia ‘aperta’, con episodi a volte degni di un film (“una volta siamo stati beccati insieme in Grecia, innamorati e felici, dai nostri rispettivi amanti. Sai che scenate quelle degli amanti, peggio di quelle dei mariti”) e la scelta di non avere figli (“fino a quando vivremo in un mondo che fa sentire a metà le donne senza figli, non faremo veri passi avanti”).



Una vita dedicata al diritto, anche in questo caso contro i pregiudizi: “Fino al 1963 una donna non poteva fare il concorso in magistratura. Io me le ricordo bene le discussioni in famiglia, con gli amici di mio padre che mi dicevano: ‘ma no Eva, una donna non può fare Legge perché per alcuni giorni al mese sta male’. Ma ci rendiamo conto? Io però puntai i piedi: volevo un lavoro da maschio, non volevo fare l’insegnante o la moglie che corre dietro al marito studioso”.

EVA CANTARELLA: “RIVOLUZIONE RIUSCITA MA…”

La linea d’azione di Eva Cantarella è chiara: “Ho sempre fatto così: mi sono comportata come se la discriminazione non esistesse, semplicemente facendo rispettare i miei diritti”. Anche a Milano “la società era quella che era e molte donne rinunciavano ad una carriera senza nemmeno provarci. Era un mondo poco incoraggiante per le donne, diciamo. E poi, per dirla tutta, non è che il femminismo abbia portato tutta questa solidarietà nell’universo femminile, anzi”.



Cantarella, pur ritenendo che il femminismo sia stata l’unica rivoluzione culturale veramente riuscita in Italia “perché ha cambiato sia i maschi che le femmine”, ritiene che ancora non si sia riusciti a creare “un mondo solidale, aperto, inclusivo”, avendo la sensazione che “molte donne siano state accettate nel mondo maschile e come tali siano state, in fondo, assimilate. Siamo diventate competitive come loro, insomma. Siamo diventati maschi. E spesso ci facciamo la guerra tra di noi. Secondo me se si vuole cambiare qualcosa bisogna prendere consapevolezza di questi limiti“.

La giurista ritiene dunque che “la questione femminista abbia bisogno di un rasserenamento di fondo”, ad esempio verso le donne senza figli o che scelgono di vivere sole. Anche il movimento #MeToo non la convince, per scarsa utilità per le donne con poca visibilità e perché ha portato a sopprimere il corteggiamento: “Attenzione a ucciderlo del tutto. È un gioco che ci fa bene perché ci porta a scoprirci, a capirci meglio, a comprenderci. È un rituale di scoperta dell’altro e dell’altra indispensabile per poterci accettare a vicenda”.

EVA CANTARELLA: LA GRECIA ANTICA E IL FEMMINISMO

La storia greca ne è esempio perfetto con i suoi miti: Zeus corteggiava o commetteva abusi? “Il mito ci mette di fronte alle inevitabili sfumature di cui è fatta la vita. Nel corteggiamento c’è amore ma c’è anche inganno, non si sfugge. Ecco perché giustissimo che si faccia chiarezza sugli abusi, ma non priviamoci di questa magia antica, così piacevole”. Eva Cantarella è invece pessimista su certi pregiudizi che “sono millenari e sarà difficilissimo sradicarli”, basti pensare ad Aristotele: “Diceva che le donne non hanno il logos, la ragione”.

Costante comune è che sempre è un uomo a raccontare delle donne, ad esempio Lisistrata: “Quando Aristofane racconta la sua storia in realtà sta commiserando Atene perché, dice, la sua antica grandezza si è ridotta ad essere in mano alle donne”. Spicca un duro giudizio su Antigone: “Una grande figura della tragedia greca. Ma Dio mio che freddezza! Che ottusità. Antigone tratta malissimo la sorella, corteggia la morte ma le dispiace morire senza nozze, guarda caso”.

Elena è più interessante, “soprattutto quando mi sono accorta che nell’Eneide si dice che abbia avuto addirittura un terzo marito! Con lei sì che la faccenda si fa intrigante”. A 84 anni, il desiderio di Eva Cantarella è chiaro: “Tornare in Grecia. Manco da troppo tempo. Forse l’ultima volta che ci sono stata ero in una delle fughe semi-segrete con mio marito, pensi un po’”.