L’evasione di Artem Uss

Nella giornata di oggi Giorgia Meloni, premier italiana, ha preso parte ad un’audizione del Copasir (il Comitato per la Sicurezza della Repubblica) in merito all’evasione di Artem Uss. L’imprenditore russo era stato arrestato a marzo con l’accusa di aver contrabbandato petrolio dal Venezuela verso la Cina e la Russia, eludendo di fatto le sanzioni europee imposte al Cremlino dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, e con quella di frode bancaria.



In attesa dell’estradizione per Artem Uss, la procura di Milano aveva predisposto la misura degli arresti domiciliari. L’uomo d’affari, però, il 22 marzo era riuscito ad evadere dai domiciliari, pubblicando il 4 aprile un video in cui, entusiasta, annunciava che “sono in Russia”, sottolineando la sua gratitudine nei confronti delle “persone forti e affidabili che mi sono state vicine in questi ultimi giorni specialmente difficili”. Sul caso dell’evasione di Artem Uss è subito scattata l’indagine delle forze dell’ordine che hanno scoperto che ad aiutare l’imprenditore ci sarebbero state una decina di persone, forse al massimo 6 o 7, provenienti dall’est Europa.



Giorgia Meloni risponde al Copasir sul caso Artem Uss

Parte dei complici di Artem Uss sarebbero già stati individuati ed indagati, mentre un’altra parte rimane ancora da identificare. Nel frattempo, l’uomo d’affari è tornato in Russia, dove ovviamente le autorità italiane non possono intervenire, non potendo neppure contare sull’aiuto delle autorità russe. Tra le tante piste, infatti, la procura non esclude che ad aiutare Uss ci sia stata anche la mano dei servizi segreti russi, che avrebbero fornito aiuto, auto e soldi all’imprenditore.

Il Copasir, appresa la notizia dell’evasione di Artem Uss, ha anche contestualmente aperto un’indagine per appurarne le colpevolezze interne, ne caso ovviamente ve ne siano. In prima istanza a rispondere alle domande dell’organo di controllo è stata la premier Giorgia Meloni. In audizione, riferiscono diverse fonti interne ai giornali nazionali, Meloni ha sottolineato che “non è stata colpa del Governo“, sostenendo che ad aiutare Artem Uss sarebbe stato “un altro Organo dello Stato”. Non ha fornito (o non l’hanno fatto le fonti), tuttavia, ulteriori dettagli in merito a questo organo.