La totalità dei lavoratori attualmente presenti in Italia ha il vaso in totale 34 miliardi di euro nel 2020, ma ben 7,7 miliardi sono imputabili al corpo dei lavoratori delle colf e delle badanti in servizio presso le famiglie italiane. Il corrispettivo IRPEF e vaso è di quasi un miliardo di euro.
Evasioni IRPEF: oltre un miliardo evaso da colf e badanti
Secondo l’ultima analisi dell’esecutivo l’evasione dell’IRPEF da parte di golf e badanti corrisponde a circa un quarto dei lavoratori domestici, sulla base imponibile stimata di 34 miliardi di euro corrispondenti al 2020, sarebbero 7,7 miliardi quelli evasi dal corpo dei lavoratori di colf e badanti in servizio presso le famiglie italiane. Gli omessi versamenti Irpef di questa categoria ammontano a quasi un miliardo di euro su 3,8 miliardi in totale.
Il prospetto generale è collegato al lavoro dipendente irregolare ed è un certo più elevata perché le stime non tengono conto dell’evasione fuori busta, quindi quella realizzata dai lavoratori formalmente regolare ma che hanno in nero alcune ore lavoro che non verrebbero inserite in busta paga. Si tratta di dati messi in evidenza dal Ministero del lavoro e in relazione all’economia non osservata inerente all’evasione fiscale e contributiva che rientra tra i documenti allegati alla nota di aggiornamento al Def (NaDef) presentata lo scorso 27 settembre 2023.
Evasioni IRPEF: l’allegato alla Nadef
Quindi i dati rilevati dal ministero, pongono ancora una volta l’accento sulla necessità di regolarizzare la categoria.
Nella relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva viene indicato in maniera chiara che l’evasione generata dal lavoro nero, quindi anche quella del personale colf, può rappresentare una sottostima del fenomeno per tre distinti motivi. Il primo è che sono state considerate aliquote calcolate sulla base degli importi dichiarati che riflettono il peso delle imposte dichiarate in ciascuna branca di attività economica. Il secondo che le stime si riferiscono alle sole posizioni lavorative irregolari totali non comprendendo quindi il c.d. “fuori busta” ovvero lavoratori regolari che percepiscono parte del “rapporto” a nero o che hanno altre posizioni non regolarizzare. Il terzo motivo è che sono state considerate imprese con un numero di addetti fino a 19.