La pornostar italiana Eveline Dellai è finita al centro di un intrigo politico in Belgio che trova spazio nel libro “I becchini del Belgio” scritto dalla giornalista di Newsweek Wouter Verschelden. Il 46enne primo ministro Alexander De Croo, sposato e con due figli, ci provava via WhatsApp con l’attrice hard nata a Trento di vent’anni più giovane, che peraltro abbiamo visto anche da Barbara D’Urso con la sorella gemella Silvia. Lui, comunque, all’epoca dei fatti era ministro delle Telecomunicazioni. “Non so come ha fatto ad avere il mio numero personale, ma da quel suo numero mi ha contattato nel 2020. E non mi ha scritto solo una volta, mi ricordo che ci ha provato… tante volte”, ha ammesso Eveline Dellai nell’intervista che ha rilasciato a MOW. Lui le chiedeva incontri via messaggi, di cui ha parlato col produttore Dennis Burkas, il quale si trova ora in carcere con l’accusa di aggressione e stupro ai danni di una attrice hard in Belgio.

Ed è stato proprio lui a portarli alla luce. “Dennis era innamorato di me. Perciò ha contattato De Croo. Ma io non lo sapevo! Non ero in Belgio e non mi interessava questa cosa, per cui l’ho dimenticata quasi subito”. Eveline Dellai, infatti, ha scoperto tutto dai giornali l’anno scorso, quando è stata pubblicata la chat. “Perché ha fatto tutto questo Dennis, non lo so. Forse perché era arrabbiato con me. Forse per una questione di soldi, davvero non lo so”.

EVELINE DELLAI E LO SCANDALO COL PREMIER DE CROO

Nel frattempo, Alexander De Croo è diventato premier dell’attuale coalizione che governa in Belgio ed è uscito il libro che cita la vicenda perché hanno influenzato l’agenda politica e prolungato la crisi a Bruxelles. Così si spiega perché la politica fiamminga Gwendolyn Rutten si vedesse candidata a primo ministro al posto del collega di partito. Era indebolito da questo scandalo. Anche per il sito Politico lo scandalo privato di Alexander De Croo ha contribuito a ritardare di un anno la nascita della coalizione con cui è stata posta fine alla crisi di governo in Belgio. La notizia però non è mai diventata di dominio pubblico.

La giornalista che ha scritto il libro, però, ha scoperto che i mass media in Belgio erano a conoscenza della notizia, ma non avevano cercato riscontri perché si trattava di questioni private e pettegolezzi. Eveline Dellai non sa spiegarsi come mai ci sia stato questo disinteresse da parte dei media del Belgio e se ne parli ora, di sicuro lo ritiene strano: “Anche perché ancora parlano di questa cosa. Non è successo proprio niente, ma sui social fanno sembrare: “boom!” Ma davvero non è successo… proprio nulla”.