Evergrande tenta la mossa anti default: pagherà 35,9 milioni di dollari. La notizia rimbalza dalla Cina e approda direttamente sulle colonne del “Corriere della Sera”, dove si sottolinea che Hengda, unità principale del colosso, ha dichiarato all’interno di un file alla Borsa di Shenzhen che nella giornata di domani, giovedì 23 settembre 2021, eseguirà un pagamento di interessi obbligazionari, conferendo così un certo sollievo ai mercati internazionali sulle turbolenze finanziarie del secondo sviluppatore immobiliare cinese, oberato da 305 miliardi di dollari debiti.



La compagnia, dopo aver raggiunto un’intesa con i titolari della emissione obbligazionaria, ha asserito di essere in grado di onorare “232 milioni di yuan (35,9 milioni di dollari, ndr) di coupon onshore con scadenza 23 settembre”, senza menzionare, tuttavia, i rimborsi degli interessi sugli offshore bond. Nel contempo, la banca centrale cinese (Pboc) ha erogato 120 miliardi di yuan (18,6 miliardi di dollari) nel sistema bancario attraverso accordi di ‘reverse repo’, valicando il muro dei 30 miliardi di yuan di scadenze odierne.



EVERGRANDE SCONGIURA IL DEFAULT: “PRESTO USCIREMO DAL PERIODO BUIO”

In merito alla questione relativa a Evergrande, con la mossa da 90 miliardi netti, l’istituto centrale ha voluto far fronte anche alla tradizionale maggiore domanda di liquidità in vista delle scadenze trimestrali e delle festività del mese di ottobre. Intanto, Xu Jiayin, presidente del gigante immobiliare cinese Evergrande, ha detto: “Usciremo presto dai nostri giorni più bui”.

Lo riferisce, ancora una volta, il “Corriere della Sera”, che spiega come, in una lettera al suo staff, il presidente, che ha fondato il gruppo nel 1996 e che è stato l’imprenditore più ricco di Cina nel 2017, con un patrimonio di 43 miliardi di dollari, “davanti all’allarme della finanza globale aveva assicurato che i cantieri sarebbero ripresi completamente per raggiungere l’obiettivo principale: garantire la consegna degli immobili, dando una risposta ad acquirenti, investitori, partner e istituzioni finanziarie, che temono ancora la bancarotta della società”.