Ex calciatori e SLA, c’è correlazione
Dopo la morte di Mihajlovic e Vialli, entrambi affetti da tumori, si sono accesi i riflettori sul mondo del calcio e sull’utilizzo di sostanze vietate e medicinali. Ecco allora che torna alla cronaca uno studio condotto dall’Istituto Mario Negri, effettuato su 23mila e più calciatori di seria A, B e C, dalla stagione ’59-60 a quella 1.999-2000, affetti da SLA e ora riportata su La Stampa. Tra i giocatori morti prematuramente, nel 2003 c’è Nello Saltutti, centrocampista della Fiorentina, scomparso per un infarto. Nella sua ultima intervista su Palla Avvelenata, però, parlava così: “Se avessi saputo che per tutta quella roba avrei perso amici, e rischiato di morire anch’io, non credo che potendo tornare indietro, rifarei tutto da capo. E mi domando, se valga ancora la pena che un giovane sacrifichi tutta la sua vita per un calcio del genere“.
L’ex giocatore viola raccontava: “Quando ero ancora nella Primavera già mi davano di tutto, l’infermeria del Milan era una cosa impressionante, e non so se sarà stato un caso, ma io da un metro e sessanta, in un anno ero passato ai miei 175 centimetri. Strano no?”. Nei suoi ricordi anche la flebo alla quale era attaccato Bruno Beatrice, suo amico nella Fiorentina, morto di leucemia linfoblastica nell’87: “Durante il ritiro Bruno era sempre sotto flebo, dal venerdì sera alla domenica; lo avevano convinto che con quelle avrebbe corso il doppio. Tanto per capirci, era uno che al naturale andava molto più forte di Davids, perciò gli chiedevo: ma che bisogno hai di farti iniettare tutte quelle schifezze? A noi dicevano: sono solo vitamine, prendetele e starete meglio. Ma chissà che ci davano invece…”.
Ex calciatori affetti da SLA: la ricerca
Sono 34 i casi di SLA accertati tra gli ex calciatori. Uno studio dell’Istituto farmaceutico “Mario Negri” effettuato su ben 23mila e passa calciatori di seria A, B e C, dalla stagione ’59-60 a quella 1.999-2000, ha evidenziato una correlazione. L’incidenza della malattia è due volte superiore rispetto alla popolazione che di mestiere non gioca a calcio. Addirittura il rischio è di sei volte maggiore se si considerano solo i giocatori di serie A. L’insorgenza di SLA avviene molto presto, a 45 anni, anziché 65 come nella popolazione.
Le cause? Come rivelato dalla ricerca riportata su La Stampa, forse un mix tra traumi cranici e predisposizione genetica. I fertilizzanti tossici utilizzati nei campi di gioco e dell’abuso di farmaci non sarebbero una causa diretta. O almeno, non sono stati presi in considerazione direttamente dalla ricerca: i fari si sono infatti accesi su questi solamente quando sono stati messi fuori commercio o inseriti nella lista di quelli dopanti negli ultimi anni.