SALTA IL TAVOLO GOVERNO-ARCELORMITTAL SUL FUTURO DELL’EX ILVA: COS’È SUCCESSO

Fumata nera sul futuro dell’ex Ilva, e non è la prima: dopo l’ennesima riunione a Palazzo Chigi tra il Governo Meloni e l’ArcelorMittal (proprietaria della acciaieria di Taranto) è saltato il tavolo delle trattative per l’indisponibilità dell’azienda con sede in Lussemburgo alla proposta arrivata dall’esecutivo. In sostanza, ArcelorMittal avrebbe rifiutato di assumere impegni finanziari ulteriori per lo stabilimento pugliese: per questo motivo sono già stati convocati i sindacati il prossimo 11 gennaio per provare a riprendere i fili della trattativa giunta ad un punto ancora più “confuso” rispetto alla fumata nera della riunione prima di Capodanno 2024.



«Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con ArcelorMittal sull’ex Ilva di Taranto», si legge in una nota ufficiale di Palazzo Chigi dopo l’incontro di lunedì 8 gennaio pomeriggio, la delegazione del Governo ha proposto ai vertici dell’azienda «la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia, unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva».



ARCELORMITTAL, GOVERNO CONVOCA I SINDACATI PER L’11 GENNAIO: I PROSSIMI PASSI

La replica netta di ArcelorMittal al Governo Meloni sul destino dell’ex Ilva di Taranto è giunto all’interno della stessa riunione avvenuta oggi a Palazzo Chigi: «Il Governo ha preso atto della indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale». A questo punto è lo stesso esecutivo ad annunciare la convocazione delle organizzazioni sindacali per il pomeriggio di giovedì 11 gennaio prossimo, mentre in un primo momento il tavolo era previsto e convocato per domani.



Come spiega “Milano Finanza”, il Governo era pronto a impegnare i 320 milioni necessari ad Acciaierie d’Italia per poter pagare i fornitori scaduti di gas e parte dei camionisti in protesta da giorni a Taranto, così come era previsto dal piano industriale dell’ad di Arcelor Lucia Morselli. Ma l’azienda si è rifiutata di “nazionalizzare” l’ex Ilva: presenti al tavolo i Ministri Giorgetti (Economia), Fitto (Pnrr), Urso (Made in Italy), Calderone (Lavoro) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Con loro anche l’ad di Invitalia Bernardo Mattarella – socio di minoranza al 38% di Acciaierie d’Italia – e ovviamente i responsabili di ArcelorMittal, la ceo Aditya Mittal e l’ad italiana Morselli. Secondo “MF”, le parti potrebbero non essere riusciti a trovare la quadra sul tema della governance: «Arcelor Mittal infatti, pur diluendosi in minoranza, vorrebbe mantenere l’ad Lucia Morselli fino al 24 maggio, quando scadono gli attuali patti parasociali. Motivazione formale che dalle parti del governo viene ritenuta una foglia di fico: c’è da approvare il bilancio 2023 e il gruppo franco-indiano se lo vuole intestare per senso di responsabilità». Altre possibili spiegazioni sarebbero il riconoscimento di alcuni versamenti passati o le distanze sulla “salita” di Invitalia dentro l’ex Ilva.