Ex Ilva, brutte notizie da Arcelor Mittal. Come riporta Il Sole 24 Ore, l’azienda ha fatto sapere che «anche con lo scudo penale non sarebbe possibile eseguire il contratto». Una doccia fredda per il Governo, che nelle ultime ore ha discusso – su input di Matteo Renzi e del Pd, senza dimenticare il pressing dei sindacati – di ripristinare la protezione legale per i vertici dell’azienda. Confermato l’incontro di domani tra il premier Conte e Arcelor Mittal: «saremo inflessibili sul rispetto degli impegni», ha spiegato il giurista, ma la situazione resta molto delicata. Giovedì alle 14, invece, il titolare del Mise Patuanelli terrà alla Camera un’informativa urgente sul dossier ex Ilva, riporta Ansa. Intervenuto ai microfoni di Otto e mezzo, Paolo Gentiloni ha sottolineato: «Vediamo cosa faranno in pratica: io non posso dare consigli strategici al Governo, ma ciò che posso dire è che l’accordo che facemmo un paio di anni fa era – nelle condizioni date – un accordo buono. Non esistono accordi perfetti, io difendo quell’accordo e penso che si dovrebbe stare lì». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA: AD ARCELOR MITTAL CONFERMA RECESSO, CONTE…
L’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli ha confermato la piena volontà di recesso del contratto di acquisto dell’azienda ex Ilva, come già scritto ieri nel comunicato che ha aperto lo scontro totale con il Governo Conte; lo hanno reso noto poco fa i segretari generali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Usb anche se lo stesso rappresentante Fim Marco Bentivogli ha aggiunto «per Morselli sarà rilevante l’incontro Conte di domani». Giovedì alle 14 il Ministro Patuanelli riferirà alla Camera l’informativa urgente sul caso Ex Ilva, ma oggi “anticipa” il tratto del suo intervento accusando ArcelorMittal «L’azienda ci prende in giro. Hanno deciso di andarsene da Taranto ancora pima del cambio di governance che ha il compito di traghettare la proprietà fuori dall’Ilva. Il loro piano industriale – chiarisce il n.1 del Mise – è stato disatteso nei numeri, nella prospettiva di rilancio e non ha proiezione futuro per errori macroscopici». Nel frattempo i lavoratori dell’ex Ilva hanno già ricevuto le prime ordinanze di avviso cessazione della gestione ArcelorMittal: a questo punto il vertice di domani a Palazzo Chigi tra Morselli e Conte potrebbe rilevarsi decisivo per la chiusura o “salvataggio” dell’accordo tra i franco-indiani e i commissari straordinari dell’industria di Taranto.
RENZI, “PRONTI ALLO SCUDO PENALE”, MA CONTE…
Ex Ilva, nuovi aggiornamenti sul fronte Governo-Arcelor Mittal. Come vi abbiamo raccontato, Pd e Italia Viva sono pronti a fare un passo indietro sullo scudo penale e Matteo Renzi ha sottolineato pochi minuti fa: «Togliamo alibi a Mittal e noi siamo pronti su scudo penale (eliminato da Governo precedente). Ma quando Conte dice che Mittal deve onorare il contratto, noi stiamo con il premier. Se recede paga Mittal, non lo Stato. Stiamo con chi cerca lavoro non con chi cerca visibilità». Nelle ultime ore è circolata l’ipotesi Jindal, una nuova cordata per l’azienda, con il consiglio di fabbrica che non ha intenzione di restare a guardare e preannuncia mobilitazione in caso di mancate garanzie dopo l’incontro tra i vertici e l’esecutivo giallorosso: «Non intendiamo assistere impassibili a scontri tra parti che mettano a repentaglio quanto fatto con sacrificio dai lavoratori e dalla popolazione», si legge nel verbale del Consiglio di fabbrica di Fim, Fiom e Uilm. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, RENZI CI RIPENSA E APRE A CORDATA
Lo scorso 22 ottobre Pd, Italia Viva e LeU votarono assieme al M5s per togliere lo scudo penale per ArcelorMittal sul fronte ex-Ilva, ma ora Matteo Renzi – dopo le novità e il rischio chiusura dell’azienda nei prossimi giorni – ci ripensa e lancia la sua proposta: secondo fonti vicine al leader di Iv a Repubblica, la cordata sarebbe composta da «Sajjan Jindal, già proprietario delle ex acciaierie Lucchini di Piombino (nel cui Cda c’è l’amico del leader di Italia Viva Marco Carrai), il gruppo Arvedi di Cremona e Cassa depositi e prestiti». Nel frattempo sull’e-news odierna è lo stesso Renzi a parlare a criticare le scelte del Governo (di cui però lui stesso fa parte, ndr): «io penso che in un Paese serio si dovrebbe agire insieme per trovare una soluzione, anziché litigare. I populisti passano il tempo in Tv a cercare un colpevole, le persone serie invece provano a cercare una soluzione. Ho detto al Ministro Patuanelli che noi siamo pronti a tutto pur di trovare una soluzione. E Italia Viva c’è perché a noi non interessa ottenere visibilità ma salvare oltre diecimila posti di lavoro. Io non mi rassegno alla chiusura di Ilva. E lavoro per evitarla. Il problema è che io ritengo che Mittal se ne voglia andare e stia cercando pretesti». Il Premier Conte intanto, preparando il vertice decisivo con ArcelorMittal di domani mattina, risponde a tono a Renzi e alla stessa azienda che ha in mano l’ex Ilva: «Ci sono impegni contrattuali da rispettare e su questo saremo inflessibili. Non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione uno scudo penale che peraltro non è previsto contrattualmente. […] Io domani incontro i vertici dell’azienda, non incontro Jindal. Il nostro interlocutore è chi c’è adesso e che deve rispettare gli impegni contrattuali».
RINVIATO A DOMANI IL VERTICE CONTE-ARCELORMITTAL
Non si terrà quest’oggi l’incontro fra i vertici del gruppo franco-indiano ArcelorMittal, e il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Il premier lo aveva annunciato via Twitter per la giornata di oggi, ma è stato rimandato a domani, mercoledì 6 novembre. A darne notizia sono stati diversi giornali nelle ultime ore, citando fonti governative, ma al momento non è ben chiaro quale sia il motivo che abbia spinto al rinvio. Intanto continuano ad emergere le reazioni politiche in merito alla vicenda, è l’ultima è quella del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che parlando a La Gazzetta del Mezzogiorno ha ammesso: “È un momento drammatico per Taranto e per i lavoratori dell’ex Ilva, perciò la cautela deve essere massima, attendiamo le determinazioni del Governo prima di pronunciarci sulle ultime iniziative di ArcelorMittal, che certo anche in questo momento, per quanto fosse nota la questione dello scudo penale, non ha brillato per senso di responsabilità e propensione al dialogo verso le Istituzioni e il territorio che li ospita, non senza nuove recriminazioni”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ARCELORMITTAL LASCIA L’EX ILVA: IL COMMENTO DEL MINISTRO PATUANELLI
E’ dura la reazione del governo Conte 2 alla decisione di ArcelorMittal di rescindere il contratto per la gestione delle acciaierie ex Ilva. Dopo un secondo vertice tenuto in serata a Palazzo Chigi, alla presenza del ministero dello Sviluppo Patuanelli, con l’aggiunta di Catalfo, Speranza, Provenzano e Costa, il primo ha fatto sapere che l’esecutivo «non consentirà la chiusura dello stabilimento di Taranto. Garantirà invece la continuità produttiva. Non esiste un diritto di recesso, come strumentalmente scritto da Arcelor Mittal oggi». Lo stesso Patuanelli ha poi annunciato che per la giornata di oggi sono stati convocati con urgenza i vertici di ArcelorMittal, per provare a trovare una soluzione ad una questione che al momento sembrerebbe irreversibile. Il premier Conte ha aggiunto che “Il governo è determinato”, assicurando di voler difendere prima di tutto l’occupazione, ma anche la produzione e la sicurezza ambientale. Secondo il Movimento 5 Stelle le motivazioni che hanno indotto il gruppo franco-indiano ad abbandonare l’ex Ilva sarebbero solo «un alibi», «una foglia di fico», visto che ogni giorno la stessa multinazionale perde 2.5 milioni di euro ogni giorno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ARCELORMITTAL LASCIA L’ILVA: IL COMMENTO DI SALVINI
Se il Governo reclama l’assoluta “falsità” sulla presenza di un diritto di recesso legato alla presenza o meno dello scudo penale, la stessa ArcelorMittal ricorda in serata come invece esista, messo nero su bianco, all’interno del contratto quel «diritto di recesso» di cui oggi l’azienda indiana si è avvalsa di esercitare per abbandonare la trattativa dopo gli scontri continui con il Governo Pd-M5s. Il Governatore della Puglia Michele Emiliano, da sempre contrario alla presenza dell’Ilva nell’area di Taranto, spara a zero «lo stabilimento uccide cittadini e operai ed è totalmente illegale, come dimostra lo stesso management di ArcelorMittal che, senza un’immunità penale speciale che esisteva in Europa solo per loro e che non è consentita a nessun’altra azienda, intima con arroganza allo Stato italiano di riprendersi la fabbrica entro trenta giorni». Il Premier Conte, in attesa di incontrare domani i vertici di ArcelorMittal, contrattacca ulteriormente «La norma sullo scudo penale non era nel contratto e non giustifica il recesso. C’è la ferma determinazione del governo di proseguire la produzione dell’ex Ilva, di salvaguardare l’occupazione e di garantire la tutela dell’ambiente». Ancora più duro contro il Governo interviene il leader della Lega Matteo Salvini, dopo il già velenoso commento a caldo dopo l’uscita del comunicato di Arcelor: «La vicenda Ilva è drammatica, una crisi senza precedenti: in un Paese normale il premier sarebbe già domani a riferire alle Camere. Se il governo domani non si presenta in Aula a riferire su Ilva blocchiamo i lavori. Se Conte ci avesse dato retta alcune settimane fa sul decreto con lo scudo penale per Arcelor…».
CONTE CONVOCA VERTICI ARCELORMITTAL
Domani incontro vertici Arcelor Mittal – esecutivo giallorosso: l’annuncio è del premier Giuseppe Conte, in prima linea per affrontare il dossier ex Ilva. Ecco le parole del Presidente del Consiglio: «Per questo Governo la questione Ilva ha massima priorità. Già domani pomeriggio ho convocato a Palazzo Chigi i vertici di ArcelorMittal. Faremo di tutto per tutelare investimenti produttivi, livelli occupazionali e per proseguire il piano ambientale». Esecutivo nella bufera, dura la presa di posizione dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda: «Vorrei solo dire a chi ha votato contro lo “scudo penale” ILVA – Pd, M5s, Italia Viva – siete degli irresponsabili. Avete distrutto il lavoro di anni e mandato via dal Sud un investitore da 4,2 mld, per i vs giochini politici da 4 soldi». Opposizione sul piede di guerra, ecco le parole dell’azzurra Mara Carfagna: «In Italia cambiano i governi, mutano le regole e gli investitori fuggono, come Arcelor Mittal. Taranto è in emergenza ambientale, occupazionale, sociale, per colpa dell’incapacità del M5S su Ilva. Rimedino subito, servono ordinata riconversione ambientale e tutela dei lavoratori». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, GOVERNO VS ARCELOR MITTAL: “NON CONSENTIREMO CHIUSURA”
Ex Ilva, il comunicato Arcelor Mittal ha fatto scattare l’allarme e il Governo è pronto a correre ai ripari. Terminato il vertice giallorosso a cui hanno partecipato Stefano Patuanelli, Giuseppe Luciano Provenzano, Roberto Speranza, Nunzia Catalfo, Sergio Costa ed esponenti dell’Economia: l’esecutivo ha reso noto che «non consentirà la chiusura dell’Ilva». Una fonte vicina al ministro dello Sviluppo Economica ha evidenziato che «non esistono i presupposti giuridici per il recesso del contratto». Teresa Bellanova, ministro in quota Italia Viva, ha commentato su Twitter: «Arcelor Mittal revochi le sue decisioni. Serve un azione immediata del governo, come già avevamo sollecitato: un tavolo sgombro da minacce di qualsiasi natura». Netta la posizione dei sindacati, così il segretario generale CISL Annamaria Furlan: «La volontà di Arcelor Mittal di rescindere il contratto per l’acquisizione dell’Ilva è un fatto grave che chiama in causa la responsabilità del Governo. Siamo davanti ad un vero disastro industriale, sociale ed ambientale. Stasera porremo il tema a Conte come una priorità». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, ARCELOR MITTAL SI RITIRA DALL’ACQUISTO
La notizia choc della rescissione del contratto di acquisto di ArcelorMittal per l’ex Ilva rischia di diventare un autentico boomerang tutt’alto che “controllato” sul Governo Conte-2: Am InvestCo Italy ha notificato ai commissari straordinari dell’Ilva la piena volontà di «rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa» e di alcune controllate acquisite secondo l’accordo chiuso il 31 ottobre. Il comunicato è durissimo e vede ArcelorMittal puntare il dito contro le politiche del Governo, prima con la gestione Mise Di Maio e oggi con quella Patuanelli: «l’eliminazione della protezione legale dal 3 novembre necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale giustifica la comunicazione di recesso», scrive con chiarezza la società che dopo mesi di trattative avviate e chiuse, fa marcia indietro accusando il Governo di aver cancellato lo scudo penale per reati e responsabilità precedenti alla gestione ArcelorMittal della più grande industria d’acciaio del Paese a Taranto. Non solo, la nota spiega poi come «i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2 che renderebbe impossibile attuare il suo piano industriale e, in generale, eseguire il contratto».
I SINDACATI ATTACCANO IL GOVERNO: “BOMBA SOCIALE”
Ora il rischio “disastro” per il Governo è dietro l’angolo e va segnalata in quest’ottica l’urgenza con cui il Mise ha riunito un vertice straordinario con il Ministro Patuanelli, i Ministri del Sud e dell’Ambiente (Provenzano e Costa) oltre ovviamente alla presenza del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. ArcelorMittal è stata chiara sia nella nota sia poi con la lettera della ad Lucia Morselli ai dipendenti ex Ilva «Impossibile proseguire senza protezioni legali. Non è possibile gestire lo stabilimento senza queste protezioni legali necessarie all’esecuzione del piano ambientale, definitivamente rimosse ieri con la mancata conversione in legge del relativo decreto. È fondamentale che questo piano sia eseguito in modo sicuro e strutturato così che gli impianti non siano danneggiati e possano tornare a essere operativi in tempi rapidi sotto la responsabilità dei Commissari di Ilva spa in amministrazione straordinaria». L’azienda si ritroverebbe così senza più gestione, di nuovo commissariata e con l’alta probabilità di ulteriori mesi di scontri legali-giudiziari-penali per questo strappo tra il Governo e ArcelorMittal. Durissimi i sindacati che da tempo hanno seguito l’intero iter di cessione dell’Ex Ilva alla società franco-indiana: «Apprendiamo la notizia della volontá di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all’Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non ha disinnescato la bomba ambientale. Anzi, l’ha unita alla bomba sociale», attacca il leader della Fim Cisl Marco Bentivogli. Durissima anche la presa di posizione dell’ex Ministro Salvini, «Se il governo tasse, sbarchi e manette farà scappare anche i proprietari di Ilva, mettendo a rischio il lavoro di decine di migliaia di operai e il futuro industriale del Paese, sarà un disastro, e le dimissioni sarebbero l’unica risposta possibile. La Lega chiede che Conte venga urgentemente a riferire in Parlamento».