Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio è stato contestato questa mattina a Taranto all’arrivo per il tavolo sulla “grana” dell’ex Ilva con la nuova acquirente ArcelorMittal che nelle scorse settimane ha lanciato l’allarme sul rischio stallo produzione per la situazione dei mercati e per le normative “a rischio con il Decreto Crescita”. Per il vicepremier M5s, arrivato in Puglia con i Ministri Barbara Lezzi (Sud), Giulia Grillo (Salute), Alberto Bonisoli (Cultura), Elisabetta Trenta (Difesa) e Sergio Costa (Ambiente), quasi tutti i titolari di dicasteri in quota M5s. All’incontro partecipano anche tutti gli enti coinvolti nel Contratto stipulato da ArcelorMittal, a partire dai Comuni dell’area di crisi: Taranto, Statte, Massafra, Crispiano, Montemesola ma anche Invitalia, l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva, il commissario per le bonifiche, l’Autorità di Sistema Portuale, la Marina Militare, la Camera di Commercio, Regione, Provincia. Contestazioni dalle associazioni ambientaliste, contestazioni dai lavoratori dell’Ex Ilva e contestazioni dalla stessa multinazionale dell’acciaio: per Di Maio non di certo una mattina semplice con l’annuncio fatto prima di entrare «Non devono esistere immunità parlamentari in una situazione così delicata, ma sono al lavoro per la Cassa integrazione. Chiederemo chiarimenti sul perché. Se si rispetteranno i patti come li abbiamo firmati non ci sarà nulla da temere».
EX ILVA, RISCHIO STALLO CON ARCELORMITTAL
Negli scorsi giorni sera stato proprio ArcelorMittal ad aver richiesto l’immunità parlamentare invece tolta dal Governo per volontà del M5s proprio nel Decreto Crescita: la multinazionale ha messo in cassa integrazione 1400 operai nelle scorse settimane e richiesto per l’appunto di rimetter mano alla norma anti-immunità, ricevendo però una chiusura totale in questo senso da parte del Ministro Di Maio. «Per Taranto c’è una dotazione finanziaria di un miliardo di euro di investimenti assegnati e solo 300 milioni erano stati utilizzati quando ho presieduto i tavolo il 24 aprile scorso, oggi sono 700 i milioni impegnati e la cosa più importante di tutte è che entro settembre avremo la possibilità di vedere 500 milioni in fase di esecuzione assegnati ai progetti», rilancia il vicepremier grillino entrando al tavolo con gli altri Ministri M5s. Secondo Arcelor gestire l’impianto di Taranto ex Ilva senza l’immunità sui nodi ambientali risulta un qualcosa di assai complesso se non impossibile, ma dal Ministero dello Sviluppo Economico non la si pensa affatto così «La Corte Costituzionale si sarebbe espressa sull’immunità penale probabilmente in autunno e siccome abbiamo sempre detto che su quella norma avevamo perplessità, era giusto dire che non deve esistere l’immunità penale in una situazione così complicata come quella di Taranto». Durissima qualche giorno fa sullo stesso tema era stata Confindustria: «L’attenuazione dello scudo penale per eventuali reati ambientali relativi alla bonifica e al rilancio dell’Ilva di Taranto è un pessimo segnale per la reputazione del Paese: non si rispettano i patti firmati, si inducono gli investitori ad abbandonare il Paese e si scoraggiano nuovi investimenti». In merito alla cassa integrazione, davanti alle proteste della folla assiepata davanti all’edificio, Di Maio ha sottolineato «siamo al lavoro e chiederemo chiarimenti al tavolo sul perché debba coinvolgere 1.400 lavoratori».