Nei giorni scorsi l’avvocato Piero Amara è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta sull’ex Ilva. Con lui sono finiti in arresto anche i suoi presunti complici tra cui Nicola Nicoletti, da pochi quotidiani citato. Il quotidiano Domani in un articolo di Giorgio Meletti ha dedicato la sua prima pagina odierna proprio allo strano silenzio sul top manager in questione del quale nessun giornale ha nominato la società per cui lavora da 22 anni, la Pwc, Price Waterhouse Coopers di cui, peraltro, è solo uno dei 300 partners.



Eppure, come sottolinea il quotidiano, secondo le accuse della procura di Potenza, “il perno del sistema corruttivo che avrebbe asservito il procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo agli interessi dell’Ilva commissariata (quindi pubblica), è il manager di uno dei colossi mondiale della consulenza”. Senza Nicoletti, dunque, Amara non avrebbe fatto molto. La Pwc opererebbe in ben 155 Paesi (Italia compresa) con oltre 280 mila dipendenti e un fatturato di circa 40 miliardi di euro. Quale sarebbe il ruolo di Nicoletti nell’intera faccenda?



Scrive in merito Domani: “Per aggiustare una grana giudiziaria dell’Ilva, Nicoletti fa pressioni sull’ufficio legale perchè induca un tecnico a prendere su di sè la colpa della morte dell’operaio Alessandro Morricella”. Se sia o meno una sana pratica di mercato ce lo dirà forse tra qualche anno la Cassazione.

EX ILVA, SILENZIO SU ARRESTO TOP MANAGER NICOLETTI

Nel 2013, quando l’Ilva viene sottratta ai Riva e commissariata, il commissario Enrico Boldi assolda la Pwc come consulente su ciò che ha a che fare con pratiche processuali legate a danni, ingiusti profitti e possibili sanzioni. Per questo compito l’azienda schiera Nicoletti come uomo della consulenza legale. Al fine di combinare alla perfezione “compliance e performance”, nel marzo 2016 Nicoletti e Amara ottengono la nomina a capo della procura di Taranto di Carlo Maria Capristo che in cambio garantirà un occhio di riguardo per l’Ilva. In merito scrive ancora Meletti: “Quella nomina è una grande operazione di sistema pubblico-privato di cui Amara è solo un furbo esecutore”. Proprio Nicoletti, insieme a Enrico Laghi in quanto manager di un’azienda sotto processo per la legge 231, scrive ancora Domani, sarebbero stati invitati a cena dal nuovo procuratore della Repubblica per festeggiare la nomina ottenuta. Un fatto che apre degli interrogativi sull’opportunità di un magistrato di andare a cena con degli imputati. Non solo, ci sarebbero anche dei messaggi in cui Capristo e Nicoletti si darebbero del ‘tu’ salutandosi con abbracci al punto da portare il giornalista a domandarsi, in chiusura: “E’ questa intimità tra imputato e pubblico ministero il famoso garantismo?”.