Accordo firmato tra i commissari dell’ex Ilva e ArcelorMittal che prevede la modifica del contratto di affitto e acquisizione per il rinnovo del polo siderurgico di Taranto e la cancellazione della causa civile avviata a Milano. Secondo quanto emerso e spiegato da Sky Tg24, sarebbero stati firmati due accordi tra ArcelorMittal e i commissari dell’ex Ilva in amministrazione straordinaria. Il primo prevedrebbe la modifica del contratto, mentre il secondo la rinuncia agli atti della causa civile in corso a Milano e che, dunque, sarà a questo punto cancellata. La prossima udienza era già fissata al prossimo 6 marzo. Nello studio notarile, in occasione delle firme, era presente l’ad di Arcelor Mittal Italia Lucia Morselli, i commissari dell’ex Ilva e i rispettivi legali, tra cui l’avvocato Ferdinando Emanuele, tra i rappresentanti del gruppo franco-indiano e l’avvocato Enrico Castellani tra quelli dei commissari. La controversia giudiziaria per l’ipotesi di addio della multinazionale franco-indiana prese il via con atto di citazione datato 4 novembre scorso ma ora dovrebbe quindi chiudersi. Il prossimo passo, a questo punto, dovrebbe essere quello del rilancio del polo siderurgico di Taranto con un nuovo piano industriale.



COMMISSARI EX ILVA E ARCELORMITTAL: FIRMATO ACCORDO

L’accordo appena firmato tra commissari ex Ilva e ArcelorMittal tuttavia non è piaciuto particolarmente ai sindacati. I segretari generali di Cgil Cisl Uil assieme ai leader di Fim Fiom Uilm Nazionali hanno infatti bocciato categoricamente l’intesa comunicandolo in una nota ufficiale. “Nei fatti il pre-accordo prevede una fase di stallo da qui alla fine del 2020 per quanto riguarda le prospettive e l’esecuzione del piano industriale”, si legge. I sindacati ribadiscono come a questo punto si sia giunti dopo due anni di incertezza. Riferendosi all’accordo, scrivono, “nello specifico ci sembra di totale indeterminazione: il periodo di tempo senza una governance chiara, il ruolo delle banche e dell’investitore pubblico, il mix produttivo tra ciclo integrale e forni elettrici, il ruolo conseguente delle due società, la possibilità con questo piano di occupare i 10.700 lavoratori più i 1.800 in amministrazione straordinaria e i lavoratori delle aziende di appalto, che l’accordo del 6 settembre 2018 assicurava”. Oltre a ribadire la grande incertezza, i sindacati sottolineato inoltre anche “una totale incognita sulla volontà dei soggetti investitori, a partire da Arcelor Mittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che costituirà la nuova AMinvestco”, denunciando al tempo stesso come il negoziato che ha preso il via lo scorso novembre non abbia mai coinvolto le organizzazioni sindacali.

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