Il Governo promette battaglia sull’ex Ilva. Dopo la denuncia dei commissari contro ArcelorMittal, Luigi Di Maio ha chiarito: «Una cosa è certa, trasciniamo quella multinazionale in Tribunale e le chiederemo di rispettare i patti con lo Stato: ha firmato un contratto con lo Stato e se pensa di andarsene, ha sbagliato Governo». Intervenuta ai microfoni di Sky Tg 24, il ministro Teresa Bellanova ha affermato: «Taranto non può morire per una politica incapace di assumersi la responsabilità della decisione e per la scelta di un imprenditore che, magari utilizzando un errore commesso dallo Stato, pensa di scaricare su ventimila famiglie questo incidente. In Consiglio dei ministri ho più volte detto che bisogna togliere gli alibi. Mittal ha posto un problema che è l’esimente penale, quindi bisogna riportare la norma esattamente a com’era quando è stato sottoscritto l’accordo, che è stato un accordo considerato da tutti molto soddisfacente». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, COMMISSARI DENUNCIANO ARCELORMITTAL
Commissari straordinari dell’ex Ilva contro ArcelorMittal: arrivata la denuncia alla procura di Taranto per «fatti lesivi dell’economia nazionale». Come riporta Il Fatto Quotidiano, Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo hanno consegnato un esposto al procuratore Carlo Maria Capristo e al procuratore aggiunto Maurizio Carbone: l’ipotesi di reato è legata alla violazione dell’articolo 499 del codice penale, che punisce con la reclusione da 3 a 12 anni o con una multa. Intervistato da Adnkronos, il presidente dell’Ance Gabriele Buia ha spiegato che lo stop alla produzione dell’ex Ilva rischia di provocare un blocco delle costruzioni e dei cantieri in Italia: «Il possibile stop dell’Ilva ci sta preoccupando, perché se si blocca la fonte principale di approvvigionamento italiano, bisognerebbe andare a sopperire la materia prima sul mercato estero, con aumento dei costi, tempi lunghi, blocco dei cantieri e impoverimento di tutto il sistema produttivo delle costruzioni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, CALENDA: “OGGI CHIAMO ARCELORMITTAL”
Accuse pesanti da parte del governatore della regione Puglia, Michele Emiliano, nei confronti di ArcelorMittal, ormai deciso a sfilarsi dall’ex Ilva: “Sta cercando di mettere in crisi politica e di far cadere il governo italiano – le parole riportate dall’edizione online di TgCom24.it – sta facendo qualcosa senza precedenti nell’economia internazionale”. Simile il pensiero del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha spiegato: “Quello che ArcelorMittal sta facendo è illegittimo, l’idea di spegnere gli impianti è per noi inaccettabile”. Tante le voci politiche, per ultima quella dell’ex ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Carlo Calenda, che attraverso Twitter ha spiegato: “Sono 18 mesi che non parlo con i Mittal. Oggi li chiamo. Perché tra le follie della Morselli e quelle del governo qui stiamo distruggendo la capacità industriale del paese”. A chi gli fa notare che sembrerebbe ormai una storia chiusa, l’ex ministro replica: “Vediamo. Intanto mi sono mosso. Vedremo se si produce qualche risultato”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
EX ILVA, PATUANELLI: “NON ACCETTIAMO LA CHIUSURA”
L’ex Ilva rappresenta il dossier più delicato per il Governo, che vede sempre più sfumare le speranze di una permanenza di ArcelorMittal a Taranto. E l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano ha dato forza al premier Conte, che aveva promesso la «battaglia legale del secolo» contro il gruppo franco-indiano in caso di chiusura dell’impianto di Taranto. «Ben venga l’iniziativa della Procura», il commento del giurista con i suoi collaboratori riportato da Il Messaggero, mentre il titolare del Mise Stefano Patuanelli ha evidenziato: «Non ci sono piani A, B o C. Garantire la continuità produttiva è necessaria anche per ridurre l’impatto ambientale, per poter fare gli investimenti necessari sugli impianti e sullo stabilimento per eliminare e limitare le emissioni. Il problema reale è che ArcelorMittal ha deciso da tempo di abbandonare il nostro Paese per la questione di perdite di fasce di mercato. È dal 12 settembre che parla di riduzione della produzione». E, riporta Il Fatto Quotidiano, il ministro e il Governo questo non lo accettano. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, TENSIONE TRA ARCELORMITTAL E GOVERNO: SCONTRO TOTALE
E’ ormai scontro totale fra il governo e l’ArcelorMittal. Ieri è andato in scena un incontro fra i sindacati e il gruppo franco-indiano, alla presenza del ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Patuanelli. Un “meeting” che si è però concluso con una fumata nera, visto che AM ha confermato l’intenzione di spegnere gli altiforni e di sfilarsi dall’ex Ilva. Una decisione che ovviamente non è stata presa col sorriso da parte dei rappresentanti dei lavoratori, che hanno chiesto a gran voce un altro incontro: “dobbiamo uscire da questi discorsi che non portano da nessuna parte – ha detto Annamaria Furlan, segretaria della Cisl – e chiedere al Presidente del Consiglio di adoperarsi immediatamente per farci avere un incontro con lui e la proprietà”. Intanto la procura di Milano ha aperto un’inchiesta al momento senza reati né indagati, e stando a quanto specificato dall’Agi potrebbero ipotizzarsi dei reati economico-societari nei confronti di ArcelorMittal, anche se al momento si tratta solamente di ipotesi che dovranno ovviamente essere confermate o smentite. “Ben venga l’iniziativa della procura di Milano – le parole di Conte – che ha deciso di intervenire in giudizio e di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
EX ILVA, DI MAIO VS ARCELORMITTAL: “DEVONO RESTARE QUI”
ArcelorMittal ha confermato che il recesso è in corso, fumata nera nell’incontro con i sindacati in programma oggi al Mise. Cgil, Cisl e Uil hanno confermato che la multinazionale franco-indiana «ha espresso la volontà di lasciare la fabbrica», il Governo dovrebbe «ripristinare lo scudo penale per togliere gli alibi alla proprietà». Netta la posizione di Uilm: «Ci sarà un’insubordinazione contro la proprietà, i lavoratori non spegneranno gli impianti di Taranto». Intervenuto ai microfoni di Accordi&Disaccordi, il leader M5s Luigi Di Maio ha precisato: «Il Governo impugnerà l’atto: abbiamo un contratto che li obbliga a restare. In pochi giorni i giudici ci devono rispondere se hanno ragione o no, è una questione di sovranità di Stato: dobbiamo lavorare per farli restare qui, non è contemplabile l’ipotesi che se ne vadano». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, ARCELORMITTAL: “RECESSO IN CORSO”
Non arrivano buone notizie dall’incontro tra i vertici di ArcelorMittal ed i sindacati per l’ex Ilva. Come riporta Il Fatto Quotidiano, l’azienda non ha alcuna intenzione di fare dietro-front: «Il recesso è in corso. Inutile parlare di esuberi o altro. Prima c’era l’immunità, ora non più e non si può produrre», le parole dell’amministratore delegato Lucia Morselli. Ed è alta la tensione con il Governo, come dimostra l’attacco frontale della rappresentante della multinazionale franco-indiana: «Ha preso in giro i più grandi produttori al mondo di acciaio e i Mittal ne hanno preso atto. Il governo ha preso in giro i salvatori della Patria». La Morselli ha evidenziato che una delle condizioni essenziali era l’immunità penale, un’altra era lo stato degli impianti, che non era quello prospettato in un primo momento. Una battuta anche sull’altoforno Afo2: «Ci era stato detto che tutto quello che era stato chiesto dalla magistrature come interventi di miglioramento era in corso, invece non era stato fatto niente». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, CONTE VS ARCELORMITTAL: “NON CONSENTIREMO CHIUSURA”
Dibattito serrato sul destino dell’ex Ilva, Governo contro ArcelorMittal. Il gruppo franco-indiano non sembra intenzionato a tornare sui propri passi ed ha anzi evidenziato nella lettera in cui comunica il piano di spegnimento dello stabilimento: «Le operazioni per la sospensione potrebbero comportare fasi transitorie con possibili emissioni visibili e accensione delle torce dello stabilimento siderurgico». Come dicevamo, l’esecutivo giallorosso non ha alcuna intenzione di consentire la chiusura dell’azienda di Taranto: «Il Governo non lascerà che si possa deliberatamente perseguire lo spegnimento degli altiforni, il che significherebbe la fine di qualsiasi prospettiva di rilancio di questo investimento produttivo e di salvaguardia dei livelli occupazionali e la definitiva compromissione del piano di risanamento ambientale», il commento del premier Conte in una nota di Palazzo Chigi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA, GOVERNO VS ARCELORMITTAL: “NON PERMETTEREMO STOP”
Ex Ilva, importanti aggiornamenti. I commissari hanno inoltrato ricorso contro il recesso ordinato da ArcelorMittal, che si aggiunge all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano a carico di ignoti. Il titolare del Mise Stefano Patuanelli ha affermato di «non riconoscere il diritto di recesso», Governo giallorosso compatto per evitare lo stop agli impianti: «Lo Stato non permetterà che l’azienda fermi tutto col rischio di compromettere gli impianti. Mittal torni al tavolo, per salvare produzione, lavoro e ambiente», le parole del ministro per il Sud Provenzano. Il dem Andrea Orlando lancia l’allarme su Facebook: «Si possono avere idee diverse sulla vicenda Ilva e su come si è arrivati sino qui,adesso però è il momento di concentrarsi su un punto. ArcelorMittal non vuole semplicemente lasciare Taranto,sta operando per chiudere lo stabilimento definitivamente». Come dicevamo, oggi l’incontro tra i sindacati e i vertici di AM, Francesca Re David ha evidenziato: «Tutti sanno che se si spegne una acciaieria non verrà più accesa, non possiamo permetterlo», il commento della leader della Fiom. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
EX ILVA: “ALTIFORNI SPENTI DAL 12 DICEMBRE”
Quella di oggi potrebbe essere una giornata significativa per il futuro dell’ex Ilva: al ministero dello sviluppo economico ci sarà infatti l’incontro fra i sindacati, e i massimi rappresentanti del gruppo franco-indiano, Arcelor Mittal, alla presenza del titolare del Mise, Stefano Patuanelli. Si preannuncia un incontro di fuoco, anche perché il governo, in questi giorni da quando è scoppiato il caos, ha sempre ribadito la propria posizione circa il fatto che ArcelorMittal debba mantenere gli impegni presi, ma questi ultimi sembrano ormai decisi a lasciare l’impianto siderurgico più grande d’Europa. Quello di oggi è un tentativo, come scrive Sky Tg 24, per aprire un canale di confronto con la stessa multinazionale indiana, che nel frattempo ha comunicato il piano di fermare gli altiforni dal 12 dicembre prossimo fino al 15 gennaio, cosa che secondo il governo non avrebbe il diritto di fare.
EX ILVA: INCONTRO FRA I SINDACATI E ARCELORMITTAL, SI CERCA UNA DIFFICILE VIA D’USCITA
All’incontro del Mise ci saranno anche i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, mentre in rappresentanza di ArcelorMittal dovrebbe esserci l’amministratrice delegata Lucia Morselli, considerata una sorta di “lady di ferro” per le sue grand capacità e serietà nel mondo imprenditoriale. Per evitare lo spegnimento degli altiforni, i Commissari del governo dovrebbero depositare il ricorso cautelare d’urgenza contro la richiesta di ArcelorMittal, ma ad oggi non è ancora stato depositato alcunché. Situazione di grande incertezza quindi, con il futuro che appare difficilmente pronosticabile, e nel contempo, è scontro all’interno della stessa maggioranza, con il Partito Democratico e Italia Viva, favorevoli alla reintroduzione dello scudo penale per “concedere qualcosa” ad ArcelorMittal, ma il Movimento 5 Stelle si oppone fermamente, con il rischio che l’esecutivo possa crollare se non dovesse superare lo scoglio Ilva.