Ex Ilva come Alitalia, un soggetto pubblico al posto di ArcelorMittal attraverso una newco: questo lo scenario presentato da La Stampa a proposito dell’azienda di Taranto. Come vi abbiamo raccontato, sono giorni roventi per il futuro del colosso dell’acciaio e la multinazionale indiana sembra essere disposta a farsi cacciare a suon di milioni. Federico Capurso evidenzia che qualora ArcelorMittal volesse rescindere il contratto per l’ex Ilva, dovrebbe pagare 500 milioni di euro, «ma la verità è che si potrebbe chiudere la trattativa intorno a 1 miliardo, per mantenere buoni i rapporti», parola di chi segue il dossier al ministero dell’Economia. E il Governo è pronto ad agevolare l’ingresso dello Stato nell’azienda sul modello Alitalia: la costituzione di una newco permetterebbe a un soggetto pubblico – Cassa depositi e prestiti o Invitalia, per fare due esempi – di subentrare agli indiani, al fianco di soci privati.
EX ILVA NAZIONALIZZATA COME ALITALIA?
Nonostante i tentativi di trovare un compromesso, la situazione con ArcelorMittal sembra ormai compromessa. La Stampa evidenzia che la prossima settimana il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, incontrerà i vertici della multinazionale indiana per ufficializzare la bocciatura del loro piano industriale. «L’accordo sindacale, che prevede l’impiego di 10.700 persone non è mai stato stracciato ed è il motivo per cui non è digeribile chiedere altra cassa integrazione e condizionare il reintegro degli esuberi a un “poi si vedrà”», la spiegazione del Mise, ed il clima è a dir poco rovente. Per quanto riguarda il soggetto pubblico che entrerebbe nell’azienda, sono in corsa Cdp e Invitalia, mentre Snam «si occuperebbe solo di consulenza e di investimenti sul territorio per la svolta green prevista dal governo», precisa Capurso.