Il via libera allo stop allo scudo penale per i manager dell’ex Ilva preoccupa i sindacati. Ieri è stato approvato un emendamento M5s – prima firma Barbara Lezzi – nel dl imprese, con Partito Democratico e Italia Viva che impegnano il Governo a garantire l’attività su Taranto. Non tornerà, dunque, l’immunità penale per i gestori Arcelor Mittal, che aveva già minacciato il disimpegno quando l’immunità era stata completamente eliminata dal decreto Crescita. Come riporta Repubblica, i sindacati dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno chiesto un incontro urgente al Mise «per una verifica degli impegni assunti tra le parti con l’accordo di settembre 2018». In una nota congiunta è stato evidenziato: «Le vicende di queste settimane, riferite alle prospettive industriali e occupazionali del gruppo Arcelor Mittal Italia, destano grande preoccupazione e incertezze».
EX ILVA, PATUANELLI: “EQUILIBRIO POSSIBILE”
Secondo i leader Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella, si potrebbe profilare «nella migliore delle ipotesi il rischio di una drastica riduzione dell’occupazione, nella peggiore il prologo ad un disimpegno a lasciare il nostro paese», ipotizzando molti posti di lavoro a rischio. Intervenuto in Senato nella replica sul decreto sulle crisi industriali, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha spiegato che «è possibile raggiungere un punto di equilibrio, attraverso una ritecnologizzazione degli impianti, con chi gli impianti li gestisce». L’esponente del Movimento 5 Stelle ha evidenziato: «C’è l’attività produttiva, l’occupazione evitando danni alla salute dei cittadini: si possono tenere insieme. Incontrerò l’azienda nelle prossime ore». Il dem Gianluca Beneamati ha puntualizzato su Twitter: «Il tema ILVA è semplice. Produrre acciaio nel rispetto di salute e ambiente non solo è possibile ma doveroso. La domanda vera – però – è se l’Italia manifatturiera può restare senza una produzione nazionale congrua ai suoi bisogni. E la risposta è no. Da qui si parte».