Ex ILVA: “Stop indotto 145 imprese connesse ad Acciaierie d’Italia”

L’ex ILVA, ora Acciaierie d’Italia, il 13 novembre ha comunicato l’intenzione di sospendere l’attività di 145 aziende dell’indotto perché svolgono attività ritenute non essenziali. Si teme, contestualmente all’annuncio, anche per il futuro di più di 2.000 lavoratori impiegati, che fanno sapere, a quanto riporta il Sole 24 Ore, che c’è il rischio che si vada “verso situazioni incontrollabili dove non regna più la ragione ma la disperazione”.



La stessa preoccupazione dei lavoratori dell’indotto dell’ex ILVA è stata espressa anche da Confindustria, che sostiene la necessità “strategica di accelerare la piena difesa del ciclo integrale a caldo per l’Italia intera”. Mentre Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, in queste ore ha annunciato un incontro con il governatore pugliese Michele Emiliano, fissato per giovedì, assieme anche ai sindacati nazionali di categoria, che a loro volta hanno chiesto un confronto urgente in merito alla situazione con Acciaierie d’Italia.



Ex ILVA, Urso chiede “risposte concrete”

Insomma, attorno all’ex ILVA di Taranto, che ora si chiama Acciaierie d’Italia, gravano parecchi interessi e l’annuncio dello stop all’indotto dell’azienda ha scosso leggermente sia i lavoratori, che i sindacati. Secondo Adolfo Urso è necessario ricevere “risposte concrete per l’indotto e per i lavoratori, a fronte di una decisione che ha suscitato giustamente sconcerto, tanto più per le modalità con cui è stata annunciata”, facendo riferimento alla nota di Acciaierie con la quale si chiedeva ai lavoratori di liberare i cantieri entro la giornata di ieri (quindi il giorno successivo all’annuncio).



Anche i lavoratori collegati all’indotto dell’ex ILVA hanno espresso la loro preoccupazione, riunendosi in un comitato per chiedere, a gran voce, delle risposte, che se non arriveranno al più presto rischiano di aprire la strada alla disperazione. Contestualmente i sindacati avrebbero avuto un confronto con i deputati De Palma (FI), Iaia (FdI), Maiorano (FdI) e Pagano (PD) e con il senatore Turco (M5S) per chiedere delucidazioni. Questi si sarebbero impegnanti ad interloquire con il governo, sostenendo che la decisione dello stop all’indotto è stata presa da Acciaierie d’Italia, senza confronto con il partner governativo, né con i sindacati.