La gestione dell’ex Ilva da parte di ArcelorMittal è di fatto terminata. Secondo il quotidiano Repubblica, il governo Meloni non ha individuato altra strada di conseguenza il colosso franco indiano che gestisce il sito di Taranto dal 2017, deve uscire dall’acciaieria. Inizialmente l’esecutivo aveva cercato la via dell’accordo ma ora l’unica strada sembrerebbe essere quella della separazione, così come ha fatto chiaramente capire il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, durante l’informativa al Senato, parlando di “intervento drastico”, e della necessità di “cambiare equipaggio alla guida dell’ex Ilva per arrivare a invertire la rotta”. Urso ha sottolineato anche che “non è più possibile condividere la governance con ArcelorMittal”.



Secondo Repubblica il divorzio potrà avvenire in maniera consensuale, molto probabilmente con un indennizzo da parte dello Stato entro il prossimo mercoledì. In ogni caso la rottura avverrà ma senza un exit strategy la situazione sarà senza dubbio più traumatica, con il ricorso all’amministrazione straordinaria e a un commissariamento. “Di cosa succederà dopo ne parleremo giovedì prossimo”, ha spiegato il sottosegretario Alfredo Mantovano, ma secondo i sindacati il commissariamento “sarebbe un disastro”.



EX ILVA TARANTO, ADDIO ARCELORMITTAL: LE RICHIESTE DEI SINDACATI

Palazzo Chigi aggiunge: “Si procede alacremente per individuare il percorso sul futuro dello stabilimento all’interno di un quadro chiaro e definito che ha come primo obiettivo la continuità produttiva dell’aziendale”, garantendo la tutela degli operai e la loro sicurezza. Rocco Palombella, segretario della Uilm ed ex dipendente dell’Ilva di Taranto, precisa che “noi sindacati e i lavoratori vogliamo essere i testimoni di un divorzio, non di un matrimonio. Da giovedì prossimo per noi inizia una nuova partita e Acciaierie d’Italia non sarà più come la conoscevamo prima”.



Roberto Benaglia, segretario della Fim-Cisl, aggiunge che “la situazione è ancora difficile e incerta. Acciaierie d’Italia è un mondo finito, ma bisogna costruire un mondo nuovo. Siamo pronti a giocare questa partita se il governo rispetterà gli impegni presi e se si farà una società nuova, con amministratori capaci, tutelando l’occupazione”.