Come se non bastassero gli occhi addosso di tutta Italia per la nota vicenda del tentato recesso di ArcelorMittal sull’ex Ilva di Taranto, con forte rischio chiusura dell’azienda più grande del sud Italia se non si trova un accordo tra il Governo e i vertici dell’azienda, è di oggi l’ultimo incidente molto grave avvenuto all’interno dell’acciaieria 2 di Taranto. Secondo quanto annunciato poco fa dai sindacati Fim, Fiom, Uilm in una nota congiunta, nel reparto Acciaieria 2 dello stabilimento siderurgico Arcelor Mittal di Taranto una “siviera” – ovvero una candida di colata con dentro metallo fuso – una volta uscita dal “Convertitore 1” si sarebbe bucata all’improvviso per cause ancora tutte da scoprire. Il grave risultato è che si è sversato «acciaio in fossa e procurando fiamme altissime che hanno raggiunto alcune tubazioni di gas». Un forte incendio che per fortuna non ha coinvolto alcun operaio rimasto ferito, ma è solo la solerzia dei vigili del fuoco nel loro intervento ad aver evitato il peggio nelle ore tra l’altro decisive per il futuro dell’ex Ilva oggi ArcelorMittal. «Solo l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco che hanno gestito l’emergenza in maniera professionale ha evitato il peggio», ribadiscono i sindacati nel chiedere un incontro urgente per poter trovare una soluzione definitiva, «atta ad evitare ulteriori episodi, attraverso l’impiego concreto di attività manutentiva».
INCENDIO ALL’EX ILVA DI TARANTO: L’ALLARME DEI SINDACATI
L’allarme lanciato dai sindacati Fiom, Fim, Uilm (i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil) risuona forte contro il Governo e contro ArcelorMittal: il destino dell’ex Ilva e dei suoi lavoratori (oltre all’intero indotto che coinvolge l’intera area industriale del Centro-Sud) si gioca nei prossimi giorni, di certo un incendio così grave nell’acciaieria 2 non è di buon auspicio e non rende serene le trattative tra vertici aziendali, sindacati stessi e Governo nazionale. Le sigle evidenziano di aver assistito «a iniziative e manovre per gestire l’emergenza del tutto improvvisate e non proceduralizzate»; ad emergere per i sindacati è «una assenza della distribuzione d’acqua della linea d’emergenza che doveva essere utile al reintegro delle cisterne e di supporto a tutta l’acciaieria in caso di incendio». Infine, le stesse sigle sindacali ritengono intollerabile «l’intero accaduto a dimostrazione che l’acciaieria e tutti gli altri impianti necessitano di interventi immediati per la salute la sicurezza dei lavoratori».