«L’Ue ha cambiato passo, ora tocca all’Italia»: come a dire, Governo ora serve un cambio di registro deciso altrimenti rischiamo di pagare più di tutti in Europa l’emergenza Covid-19. Ad usare queste parole è l’ex Ministro dell’Economia sotto il Governo Monti, Vittorio Grilli, già dirigente del Tesoro sotto l’egemonia Mario Draghi e oggi Presidente del Corporate and Investment Banking per Europa, Medio Oriente e Africa di JP Morgan. Il “consiglio” all’Italia arriva nella lunga intervista del Corriere della Sera, con Federico Fubini che lo incalza sul piano di rilancio che Europa e Italia dovranno affrontare nei prossimi mesi: «Sono più ottimista sull’Europa di quanto mi sia capitato negli anni scorsi. Senza riconoscerlo in modo esplicito, si è mostrato che la lezione del passato è stata capita», spiega Grilli sottolineando il fatto che nella piena crisi Euro degli scorsi anni la lentezza nelle decisioni è stata drammatica, mentre oggi «ci si è mossi bene. C’è stato un ritorno dell’intesa franco-tedesca: i leader dei due Paesi hanno preso posizione, anche correndo dei rischi, e ciò ha reso tutto più facile. Nella proposta della Commissione ci sono strumenti utili. Soprattutto, c’è un cambio di paradigma». L’Italia secondo l’ex Ministro delle Finanze è ad un bivio centrale: «Il cambio di passo deve riguardare l’intero Paese, non solo la classe politica. Questa terribile tragedia ci ha dato modo di riflettere; confido ci dia la forza per cambiare e fare sistema. Economia, politica e società marciano insieme».
GRILLI “IL GOVERNO NON ENTRI NELLE IMPRESE”
L’Ue ha cambiato passo, la Germania lo sta facendo, quindi l’Italia può tirare un sospiro di sollievo: ecco, per Vittorio Grilli non funziona esattamente in questi termini, «Perché il piano europeo possa funzionare è necessario che tutti i Paesi lo sostengano convinti; serve dunque un regime di incentivi e accountability, di responsabilità per il proprio operato, in grado di rassicurare i più scettici. Avere un Recovery Fund non significa che un Paese “prende i soldi e scappa”». L’intento da guardare secondo Grilli è la Spagna per quanto compiuto negli ultimi decenni, «L’Italia, pur essendo nell’Unione da molto più tempo, non è riuscita a fare altrettanto per aiutare lo sviluppo del Sud». La “ricetta” è semplice per Grilli: visione, realizzazione economica, progetti concreti e veloci, non dimenticando che la vera crisi economica deve ancora materializzarsi nei prossimi mesi.
«Governo centrale spesso non fa uso di atti amministrativi basati sulla legislazione vigente, che avrebbero il merito di essere già a disposizione e collaudati, quindi tempestivi e certi. Si fa invece ampio ricorso a nuove leggi, che inevitabilmente devono essere seguite da nuovi decreti, regolamenti e circolari attuative che complicano e rallentano la macchina burocratica, invece di semplificarla», avverte Grilli sui problemi cronici della politica italiana, non lesinando critiche al Governo Conte-2 nel suo operato «c’è bisogno di un intervento pubblico; il mio auspicio è che sia temporaneo. Il settore pubblico entra nel mondo produttivo in certe circostanze, ma appena possibile deve tornare al suo mestiere di regolatore. Non può sostituirsi alle imprese nel medio e lungo termine».