La procura di Brindisi ha chiesto il rinvio a giudizio per un ex sacerdote del Salento (Puglia), accusando lo stesso di aver diffuso delle immagini private e decisamente piccanti, della donna con cui aveva avviato una relazione. I due si erano avvicinati dopo che lo stesso sacerdote aveva deciso di lasciare la tonaca, ed ora l’ex uomo di Chiesa potrebbe finire sotto processo, accusato del tristemente noto reato di revenge porn, ovvero, la vendetta a sfondo pornografico di solito messa in atto diffondendo in rete materiale intimo.
Come scrive Il Fatto Quotidiano, il sacerdote aveva per anni esercitato il ministero in Salento prima di essere sospeso e poi “cacciato”, così come sottoscritto dalla congregazione per il clero del Vaticano. Subito dopo l’uscita di scena l’uomo si era invaghito di una donna, ma qualcosa deve essere andato storto e i due si erano lasciati. Peccato però che il 14 luglio scorso, al cellulare di lei siano giunte una serie di messaggi circa alcune sue foto circolanti in possesso solamente del compagno. Foto che iniziavano a girare fra le chat e che ritraevano la donna in rapporti intimi con l’ex prete.
EX SACERDOTE ACCUSATO DI REVENGE PORN: LA PROVA CHE LO INCASTRA
Una volta appresa la notizia la vittima si è subito recata dall’avvocato Daniele Galoppa per poi formalizzare denuncia presso la polizia postale locale. La Procura brindisina ha quindi aperto un fascicolo e dopo aver raccolto una serie di elementi sufficienti ha invitato il pm Buccarelli a chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo. Ad incastrare l’ex sacerdote, il fatto che le immagini sarebbero partite da un telefono ad uso personale dello stesso, ed è per questo che all’ex prete è stata contestata l’ipotesi di reato di “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Vedremo come si concluderà questa vicenda, che va ad aggiungersi ad un’altra macchia sulla carriera dello stesso uomo, “licenziato” da Roma non per motivi sentimentali o penali, ma per questioni ben più sconvolgenti che però Il Fatto Quotidiano preferisce non rivelare.