Emran Navrouzbekov, sostiene da tempo di essere un ex agente dei servizi segreti russi federali FSB, dal 2017 era rifugiato in Polonia, e a partire dai primi periodi di permanenza in Europa aveva viaggiato attraverso diversi stati cercando di incontrare i vertici dei servizi di intelligence perchè sosteneva di poter fornire informazioni riservate e rivelare segreti utili a combattere il regime del Cremlino. Il governo polacco però nonostante le dichiarazioni e le richieste dell’uomo ha deciso per l’espulsione immediata e il rimpatrio a Mosca lo scorso 6 giugno.



Del caso ne parla il quotidiano francese Le Monde, che ora sottolinea anche, nel raccontare le vicende dell’ex spia, come non solo non sia mai stato accolto positivamente, ma visto sempre come una minaccia in quanto ritenuto agente ancora in servizio sotto copertura che avrebbe solo cercato di ingannare le autorità per infiltrarsi nel sistema sei servizi segreti europei e spiare le strategie occidentali contro Putin. Nessuno avrebbe mai creduto alle parole di Navrouzbekov, neanche quando apertamente sosteneva di essere dissidente del regime, e le sue offerte non sono mai state accettate.



L’ex spia russa offriva aiuto all’Europa, espulso dalla Polonia, ora rischia la pena di morte a Mosca

Come riporta Le Monde, Navrouzbekov, ex spia russa, si era recentemente recato in Francia per incontrare la Direzione Generale della Sicurezza Interna, alla quale aveva detto di voler prestare opera di controspionaggio, in quanto esperto di strategie e grande conoscitore dei segreti tattici dell’intelligence del Cremlino. Aveva inoltre affermato di poter fornire preziose informazioni sull’infiltrazione di spie russe in Ucraina. I servizi francesi però sono rimasti sempre diffidenti, un rappresentante ha dichiarato al quotidiano “Riceviamo spesso questo tipo di offerte, ma dobbiamo rimanere cauti, spesso è solo un pretesto per ottenere asilo e poi tornare all’attività di collaborazione con la Russia“.



Navrouzbekov in seguito ai rifiuti ha cambiato strategia, cercando visibilità sui media, raccontando la sua storia in alcuni video nei quali affermava anche di essere perseguitato per aver documentato gli orrori del regime. Alcune delle sue prove fornite però non sono state considerate attendibili, ed ora la presunta ex spia tornata a Mosca rischia la pena di morte, mentre per la moglie e la figlia è stata accolta la richiesta d’asilo da parte della Polonia.