È sfida tra Roma e Riyad per Expo 2030. Le due città, come riportato dal Financial Times, sono le favorite per ospitare la fiera mondiale che attira milioni di visitatori e miliardi di dollari di investimenti. Anche Busan, città portuale della Corea del Sud, era tra le candidate, ma sembrerebbe essere rimasta indietro. Inizialmente si era proposta anche Odessa, ma l’invasione dell’Ucraina ha reso questa possibilità non realizzabile. La sede sarà dunque una tra l’Italia e l’Arabia Saudita.
Il vincitore sarà selezionato a novembre attraverso una votazione di 179 Paesi. Essa dovrebbe essere segreta, ma in molti hanno già fatto intendere le proprie preferenze. La Francia, ad esempio, si schiererà con Riyad, mantre il Brasile ha annunciato che sosterrà Roma. “Non ci sono criteri reali per il voto”, ha affermato Pascal Boniface, esperto di relazioni internazionali presso il think tank francese Iris. “Sono proprio le relazioni bilaterali che contano e l’insistenza e la pressione che esercitano il paese candidato sugli altri”.
Expo 2030, sfida Roma Riyad: quale sarà la sede della fiera mondiale?
Roma e Riyad nei giorni scorsi hanno cercato di fare valere le proprie candidature. L’Arabia Saudita ha ormai da anni in atto un progetto per rafforzare l’influenza del regno e ampliare la sua industria del turismo andando oltre i pellegrini religiosi. Expo 2030, dopo i prestigiosi acquisti di calciatori come Cristiano Ronaldo, sarebbe l’ennesimo successo. In molti, tuttavia, criticano il Paese per il poco rispetto dei diritti umani. È proprio su questo che l’Italia sta cercando di fare leva. Inoltre, è stato annunciato che il piano per la realizzazione dell’evento del Paese di Giorgia Meloni sarà totalmente alimentato dall’energia solare.
Difficilmente tuttavia ciò sarà sufficiente per convincere alcune Nazioni a votare Roma. È il caso, ad esempio, della Francia, che importa petrolio e gas dall’Arabia Saudita ed esporta aerei e attrezzature per la difesa. Non è però l’unica. “I diritti umani di solito non giocano nel processo decisionale”, ha detto. “Gli aspetti economici contano davvero. Se vinceranno, significherà che hanno offerto contratti e forme di compensazione ai loro sostenitori. Non è corruzione, è così che funzionano le cose”, ha aggiunto Pascal Boniface.