Le compagnie petrolifere hanno mentito sul riscaldamento globale? Lo studio chiamato “Assessing Exxon Mobil’s global warming projections”, pubblicato da Science, conferma le ipotesi fatte nel 2015 da alcuni giornalisti che stavano investigando in merito ad alcuni documenti interni della Exxon. I ricercatori della compagnia avevano chiaramente previsto, già nel 1977, il disastro ambientale che sarebbe stato provocato dall’uso di combustibili fossili e dai prodotti da essi derivati. Come si legge nel documento, le statistiche erano molto chiare e specificavano che gli effetti sarebbero stati drammatici, sul clima e sull’ambiente con conseguenze purtroppo irreversibili.
Quello che è emerso dai documenti, tenuti segreti dalla compagnia petrolifera, è forse oggi scioccante per il pubblico, ma evidentemente, non lo era per i colossi industriali che ne hanno costantemente negli anni taciuto l’esistenza. Non solo, hanno continuato a negare il grave impatto ambientale che l’estrazione di combustibili poteva provocare, anche di fronte alle evidenze provate con studi scientifici successivi. Fino a quando, non sono state costrette a partecipare attivamente ai congressi sul clima, e a promettere un cambiamento di rotta. Questo però accade solo nel 2015, quando la compagnia partecipa all’Accordo di Parigi, e promette di impegnarsi nella transizione energetica e a trasformare le industrie a “zero emissioni” entro il 2050.
Le accuse alla Exxon e i documenti segreti
Lo studio, condotto principalmente da Geoffrey Supran per l’università di Harvard, è frutto di più di un anno di costanti indagini, che alla fine hanno provato tutte le evidenze. Consultando i documenti che erano stati occultati dalla compagnia petrolifera si può notare come fossero accurate le statistiche fatte dai ricercatori Exxon, molto di più rispetto a quelle che poi sono state condotte da organismi governativi negli anni successivi. Il motivo di dover tacere sui risultati, ovviamente era quello di dover portare avanti le attività di estrazione e di utilizzo dei prodotti dell’industria dei combustibili fossili e derivati. Non solo tacendo, ma avanzando anche pubblicamente dubbi sul vero impatto ambientale provocato.
In molte occasioni infatti sia la Exxon che altre compagnie avrebbero ridimensionato gli studi degli ambientalisti sulla crisi climatica, contraddicendo i loro stessi dati. Un atteggiamento che la compagnia avrebbe adottato in più occasioni, anche quando aveva attaccato pubblicamente un giornalista, attivista di Greenpeace, che aveva girato un video nel quale chiaramente un dipendente della compagnia, ammetteva che si stavano pubblicamente contraddicendo le evidenze scientifiche.
Riscaldamento globale causato da industria petrolifera: le previsioni di Exxon
Nello studio occultato da Exxon emerge un dato importante, che si è poi rivelato accuratamente veritiero. L’impatto dell’industria estrattiva e dei derivati del petrolio e carbone avrebbe contribuito in maniera sostanziale all’aumento del riscaldamento globale di 0,2 gradi in più, ogni dieci anni. Considerato che i ricercatori Exxon avevano studiato a fondo il fenomeno già a partire dagli anni 70, è evidente come avessero anticipato gli studi sull’impatto ambientale e sul cambiamento climatico, portati poi avanti, negli anni ’90 dagli ambientalisti.
Le conseguenze di queste pubbliche esposizioni stanno inevitabilmente danneggiando l’immagine e la reputazione della Exxon, che però continua a mantenere un atteggiamento negazionista nei confronti di questi studi. La compagnia ha già diverse cause in corso, l’ultima a maggio 2022, con l’accusa di aver insabbiato e tenuto nascosto prove inconfutabili del disastro ambientale che stava causando, e l’aggravante di aver consapevolmente ingannato per anni i consumatori.