Ezio Greggio e il gesto di solidarietà che commuove il web
Ezio Greggio ha fatto un gesto meraviglioso ed è stato applaudito sui social. Il popolare conduttore ha organizzato un viaggio in pullman per 51 rifugiati provenienti dalle zone di guerra in Ucraina. La missione è stata ribattezzata “Ponte Ucraina – Italia – Monaco” ed è partita giovedì scorso grazie all’associazione di solidarietà di Ezio Greggio che ha deciso di accompagnare in Lombardia donne e bimbi che erano ospitati in un campo profughi a Medyka, al confine tra la Polonia e l’Ucraina. Dopo un viaggio lunghissimo, domenica il pullman è arrivato a Cologno Monzese, proprio davanti alla sede Mediaset, dove i rifugiati sono stati accolti dallo stesso presentatore televisivo. Al momento della partenza della missione, Ezio Greggio aveva spiegato il motivo che lo aveva spinto a fare questo importante gesto: “È mio padre Nereo che mi ha insegnato la solidarietà. Un uomo che ha passato più di 3 anni in guerra, le difficoltà del fronte e del campo di concentramento. Ma anche quelle delle famiglie italiane dei miei parenti durante l’occupazione nazista mi hanno reso sensibile fin da ragazzo al dramma della guerra”.
Un’idea nata dopo aver visto un amico andare a prendere con un van dei profughi alla frontiera: “Ho capito che si poteva fare qualcosa di concreto, e come faccio da 28 anni per i reparti di neonatologia, ho agito direttamente e ho organizzato questa prima missione”. Ezio Greggio ha rivelato che non si fermerà e continuerà ad aiutare le donne e i bambini che fuggono dalla guerra: “L’obiettivo è portare in salvo tante persone e dare loro una speranza di fuggire dall’orrore della guerra, dare loro speranza e un po’ di serenità in attesa che questo dramma finisca e possano in futuro tornare in Ucraina, dai loro cari e nelle loro case”, ha sentenziato.
Ezio Greggio e il ricordo del padre Nereo: “Vedendo certe scene…”
Ezio Greggio si è commosso nel parlare di questa iniziativa. Il conduttore ha spiegato di essere rimasto straziato dai racconti delle madri e dei bambini che stanno fuggendo dall’Ucraina. Molte persone non conoscono la lingua e per questo motivo Greggio ha deciso di far partire anche tre traduttrici: “Nessuno di loro parla la nostra lingua, così abbiamo portato tre signore che hanno fatto da interpreti. E i racconti sono stati terribili: distruzione, morte, la paura che ogni rumore possa essere una bomba in arrivo. Una bambina si è messa a piangere quando è arrivata perché il fratello maggiore, di 19 anni, era restato in patria, destinato al fronte”.
Una missione che Ezio Greggio intende portare avanti: “Questo blitz è solo il primo di una lunga serie, in collaborazione con la comunità di Sant’Egidio. Andremo avanti finché non continuerà questa assurda guerra, quindi speriamo pochissimo. E faremo come abbiamo fatto stavolta: all’andata il pullman, senza passeggeri, è stato riempito per metà di farmaci, pannolini e altri generi di soccorso che nei campi profughi non esistono. All’arrivo là è stato svuotato degli oggetti e riempito di persone ed è arrivato in Italia dopo un viaggio di quasi 24 ore”. La tragedia della guerra in Ucraina ha riportato alla memoria il dramma di Nereo, il padre di Ezio Greggio. E’ stato lui stesso a raccontarlo: “Vedendo certe scene mi sono tornati in mente i racconti che mi faceva papà Nereo di quando era prigioniero nei lager nazisti. Un paragone forte, ma non riesco a trovarne altri”.