Ezio Greggio, storico conduttore di “Striscia la Notizia” e attore comico, ha raccontato sulle colonne del “Corriere della Sera” il suo gesto di solidarietà nei confronti dei profughi provenienti dall’Ucraina. Da quasi 30 anni è al timone di un’associazione benefica, venuta alla luce per aiutare i bambini nati prematuri, ma che poi ha ampliato il proprio perimetro d’azione. Lo spiega lo stesso Greggio: “Ascoltando le storie che arrivano dall’Ucraina sono precipitato con la memoria nei racconti che mi faceva mio padre Nereo della Seconda Guerra Mondiale. Le sue sofferenze, tre anni di battaglie e i campi di concentramento. Ha trascorso tanto tempo in tre lager diversi. Avevo registrato tutto ciò nel cuore ed è riemerso. Ho sentito alcuni amici in Ucraina: sono disperati. Ho sentito amici in Russia e sono tutti contro Putin, tutti inc*zzati. Quei poveri militari russi traditi che pensavano di andare a fare esercitazioni. Putin è un criminale. Donne, bambini ucraini massacrati, famiglie divise, anziani rimasti soli”.



Anche in memoria delle parole di suo padre, Ezio Greggio ha deciso di non starsene in disparte a indossare le vesti di spettatore di un dramma umano inenarrabile, ma è intervenuto in termini concreti: “Ho sentito che dovevo aiutarli. Ho un’associazione con sede a Monaco e per prima cosa mi sono mosso per organizzare un bus, già partito dall’Italia, e arrivato nella notte tra giovedì e venerdì in Polonia nel grande campo profughi. Stanno caricando le famiglie che hanno parenti e amici che li possono ospitare nel nostro Paese. Per chi invece non ha nessuno, stiamo organizzando degli alloggi grazie all’aiuto della Comunità di Sant’Egidio e attraverso un mio amico colonnello a Lecco”.



EZIO GREGGIO E IL SUO AIUTO AI PROFUGHI UCRAINI: “MIO PADRE SAREBBE ORGOGLIOSO DI ME”

Nel prosieguo dell’intervista concessa ai colleghi del “CorSera”, Ezio Greggio ha rivelato di essersi contestualmente già mosso per organizzare un’altra spedizione, seguendo uno schema ben preciso: all’andata si consegnano i medicinali, al ritorno si caricano sui mezzi i profughi ucraini. “C’è una coda infinita di persone al confine – ha spiegato l’attore –. Andremo avanti finché non finisce la guerra. Poi, quando finirà, daremo i nostri contatti agli ucraini arrivati in Italia: se vorranno tornare al loro Paese, li riporteremo in Ucraina”.



Il popolare volto di “Striscia” ha quindi aggiunto di sentirsi toccato nel profondo dalle immagini che giungono nel nostro Paese dall’Est Europa e che mostrano famiglie distrutte, bambini e donne in gravidanza senza vita. “Questa non è una guerra, questi sono criminali comuni. Ecco perché dico che chi può, deve fare la sua parte. Basta unirsi, mettere insieme un po’ di soldi, pagare autobus che vadano a prendere i profughi, contattare la Prefettura per lo smistamento in Italia e si dà un contributo concreto. Mio padre sarebbe orgoglioso di me? Credo di sì: lui tornò a casa dalla Germania a piedi”.