Gli aerei da caccia e in particolare gli F-16 potrebbero ribaltare le sorti della guerra in Ucraina? Lo analizza il generale Leonardo Tricarico, che tra il 2004 e il 2006 è stato capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e ora presidente della Fondazione ICSA di studi strategici, sfatando numerose dicerie sulla guerra in Ucraina. “Certo con gli F16 in mani ucraine c’è rischio di escalation. I russi si irriterebbero ancor di più – dichiara a Libero Quotidiano – Ritengo che, come già gli ucraini hanno promesso di non attuare attacchi in profondità sul territorio russo, formuleranno una simile promessa anche nel caso ricevano F-16”.



L’F-16 è un tipo di aereo “costruito in 4600 esemplari, operativi in 20 paesi” e “disponibile in quantità perché molte nazioni si sono dette favorevoli a cederlo, come l’Olanda, che lo sta sostituendo con l’F-35. È un caccia multiruolo, può svolgere vari tipi di missioni, a differenza dell’AMX che può fare una cosa sola, l’attacco leggero. L’F-16, invece, oltre che intercettore e caccia da superiorità aerea, può effettuare missioni d’attacco in profondità, portando oltre 2000 kg di bombe”. E non è vera la tesi secondo cui arriverebbero a guerra ormai finita: “Sui tempi di consegna degli aerei sono state dette sciocchezze. Da pilota posso dire che, stimando un pilota ucraino di Mig-29 con media abilità, il tempo necessario per imparare a volare sull’F-16 non supera 2-3 settimane – spiega il generale Tricarico – Se aggiungiamo il tempo per l’addestramento operativo, cioè imparare a impiegarlo in guerra, sono altre 2-3 settimane”. Dunque, “non ci vogliono anni come ha detto qualcuno”.



Guerra in Ucraina, la possibile mediazione della Cina e l’invio di aerei dall’Occidente

Il generale Leonardo Tricarico, raggiunto dal quotidiano Libero in merito alla situazione della guerra in Ucraina, dipinge la situazione del conflitto in questi termini: “i russi hanno il vantaggio del numero e possono costituire riserve più in fretta degli ucraini, ma le dimensioni non sono tutto e non si traducono di per sé in capacità combattiva. La logistica russa è precaria e il morale è basso, anche perché i volontari si lamentano perché sono pagati poco”. Sul fronte avversario gli ucraini “hanno un morale alto, perché lottano per il loro territorio e proseguono a riorganizzarsi e a migliorare le loro capacità, anche tecnologiche. Di fatto, il fronte resta in equilibrio, salvo oscillazioni di pochi chilometri”.



In una situazione simile, “l’iniziativa diplomatica cinese è l’unica buona notizia di questi giorni” poiché “solo la Cina ha il peso diplomatico sufficiente per mediare”, con un piano che secondo le indiscrezioni “parla di integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche di garanzie di sicurezza per tutti, anche per la Russia, è di sicuro più fattibile del piano di Zelensky in 10 punti, che è solo un asso pigliatutto. Sembra però che i cinesi non prevedano una tutela delle minoranze, a garanzia del Donbass” né uno statuto speciale per la Crimea.