Avrebbe fatto prostituire alcune compagne di classe, appena maggiorenni, per intascare parte delle somme incassate con un “lavoro” clandestino che avrebbe fruttato importanti guadagni per circa un anno, prima che gli occhi delle Fiamme gialle e della magistratura si focalizzassero sul suo profilo. È questa l’accusa che avrebbe portato alla recente sentenza emessa a carico di un 20enne a Roma, condannato a 2 anni di carcere, pena patteggiata, per sfruttamento della prostituzione.
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, il 20enne avrebbe convinto tre giovani amiche, di età compresa tra i 18 e i 20 anni, ad avere rapporti intimi con diversi uomini in cambio di soldi, finendo per tessere le trame di un articolato giro di incontri sessuali con facoltosi clienti che avrebbe portato nelle sue tasche almeno metà degli incassi. A smantellare la rete, che secondo il quotidiano sarebbe stata particolarmente attiva tra le maglie della Roma bene e avrebbe come protagonisti figli di famiglie agiate, i pm della Capitale e la Guardia di Finanza.
Giro di prostituzione nella Roma bene, 20enne condannato per aver spinto le compagne di classe a incontrare facoltosi clienti
Stando alle informazioni riportate da Repubblica, la vicenda sarebbe iniziata “per gioco” con lo scopo di fare soldi facili tra amici, ma ben presto si sarebbe trasformata in qualcosa di più profondo e articolato al punto da finire sul tavolo della Procura capitolina e portare alla condanna a 2 anni di carcere a carico del 20enne, presunto “regista” degli incontri tra alcune sue compagne di classe appena maggiorenni e diversi clienti della Roma bene.
I presunti incontri a pagamento, che per l’accusa sarebbero stati organizzati nei minimi dettagli dal giovane, si sarebbero consumati per almeno un anno tra vari hotel di lusso della Capitale, e avrebbero fruttato importanti somme. Ricchi clienti, di età sopra i 40 anni, avrebbero sborsato centinaia di euro per gli appuntamenti con le studentesse, convinte dal loro amico a prostituirsi per ottenere velocemente guadagni allettanti. È questo il quadro che emerge da quanto ricostruito dal quotidiano, secondo cui il giovane imputato avrebbe infine patteggiato la pena dopo essere finito nel mirino degli inquirenti.