È scontro sullo smart working, il ministro Fabiana Dadone mette nel mirino i sindacati. Nella lunga intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa, la titolare della Pubblica Amministrazione ha criticato aspramente la posizione delle sigle che hanno annunciato la mobilitazione per il nuovo decreto sul lavoro agile. «Lo sciopero? Non ho remore a definire abnorme la scelta dei sindacati. Noi dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato e tenere insieme la tutela della salute con l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese: da parte nostra c’è sempre stata ricerca di dialogo e poi risposte nei fatti. Uno sciopero in piena pandemia, e con la necessità per la Pa di supportare la ripresa del Paese, potrebbe apparire davvero poco giustificabile», le parole di Fabiana Dadone, che ha poi messo in risalto che la contrattazione non viene intaccata dal governo: «Ci sono esigenze organizzative collegate all’emergenza pandemica che richiedono una risposta rapida per tutelare la salute e assicurare i servizi. Non c’era tempo per un accordo quadro ad hoc, è evidente».

FABIANA DADONE: “SERVE ALMENO IL 50% DI SMART WORKING”

Nel lungo dialogo con La Stampa, Fabiana Dadone ha spiegato che serve come minimo il 50% di smart working e il Dpcm del 13 ottobre specifica proprio questo dettaglio. Ci saranno enti capaci di arrivare all’80-90% e altri che dovranno ancora implementare strumenti e procedure agili, ha aggiunto la titolare della PA, che ha replicato così alle critiche dei sindacati sulle scarse risorse per il rinnovo di contratto: «É una dote nettamente superiore rispetto alla precedente tornata: potranno essere riconosciuti incrementi del doppio rispetto all’inflazione e, dunque, una crescita dei salari non solo in termini nominali, ma anche reali. In un momento di straordinaria difficoltà del Paese è un risultato di grande rilievo. Questo governo sta fronteggiando un’emergenza gravissima e deve sostenere tutte le categorie economiche e sociali». Fabiana Dadone ha poi aggiunto: «Adesso avvierò l’iter per i rinnovi e quella sarà la sede adeguata in cui disciplinare il lavoro agile. Io intendo riconoscere ai lavoratori diritti e risorse e farlo subito, se qualcuno strumentalmente non lo permetterà,si assumerà le proprie responsabilità davanti agli stessi lavoratori».