Ritiro per Fabio Aru al Tour de France 2020, il ciclista sardo ha gettato la spugna ieri, durante la nona tappa Pau–Laruns. Un’altra delusione per il corridore sardo, che era ventinovesimo in classifica generale e giovedì sembrava avere dato sefabio arugnali di ripresa con un bello scatto che resterà però la sua unica traccia in questo Tour. Fabio Aru si è fermato al 2017, quando aveva indossato la maglia gialla e vinto una tappa (da campione italiano) al Tour chiuso poi al quinto posto. La vittoria alla Vuelta nel 2015, un secondo e un terzo posto al Giro d’Italia sembravano indirizzarlo verso una carriera fenomenale, magari per prendere il testimone di Vincenzo Nibali. Invece per Aru sono iniziati i problemi, con tanti guai fisici e forse anche una certa fragilità psicologica. A 30 anni, per il corridore della UAE Team Emirates la carriera resta sempre più un rebus. Ritornare grandi o finire in un anonimato da dimenticare? A Fabio Aru la risposta… Per parlare del suo ritiro dal Tour de France abbiamo sentito Gianni Motta in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Per Fabio Aru una nuova delusione, se lo aspettava questo ritiro al Tour? No, sinceramente non me l’aspettavo, ci sono rimasto molto male purtroppo!

Cosa pensa delle critiche di Saronni? Magari è stato uno sfogo del momento per la delusione, poi le cose saranno mitigate col tempo.

Più problemi fisici o una questione psicologica? Sicuramente non ha più la grinta dei tempi migliori, poi non è aiutato ormai da tempo da una buona condizione fisica. Non solo da questo Tour. Bisogna vedere veramente come stanno le cose. Nei primi anni della sua carriera Aru andava meglio, poi negli ultimi tre anni, dopo il quinto posto al Tour 2017, la situazione è peggiorata rispetto a quando vinceva la Vuelta e era protagonista al Tour e al Giro…

Si aspetta un Fabio Aru al Giro magari protagonista? Speriamo che Aru intanto vada al Giro e faccia bene. Non possiamo che essere tutti con lui.

E cosa si aspetta ancora dal corridore sardo in carriera? Aru è un ottimo corridore, un campioncino, non è un corridore finito, mi aspetto ancora tanto da lui. La sua carriera non è finita…

Secondo lei però ormai Fabio Aru è più corridore da corse di un giorno che da grandi giri? Ma no, perchè solo da gare di un giorno, Aru può dire la sua anche nei grandi giri, può sempre dire la sua…

Ha mai passato momenti brutti come lui? Capitano a tutti questi momenti, io stesso li ho avuti a causa di una caduta nel Giro di Svizzera del 1965. Poi nel 1966 ho vinto il Giro d’Italia, ho vinto ancora tanto, la mia carriera è stata però influenzata da questa cosa. (Franco Vittadini)