Fabio Bacà, con il suo romanzo “Nova”, è uno dei finalisti del Premio Strega 2022. Ma chi è, esattamente? Stando alle informazioni biografiche pubblicate sul portale telematico ufficiale del premio letterario, lo scrittore è nato nel 1972 a San Benedetto del Tronto, dove vive e lavora. Si è occupato di giornalismo per qualche anno prima di approdare all’insegnamento delle ginnastiche dolci. Ha scritto alcuni racconti brevi e un romanzo inedito e nel 2019 Adelphi ha pubblicato il suo esordio, “Benevolenza cosmica”.



Diego De Silva dice di lui: “Fabio Bacà è l’ex esordiente più anomalo che conosca. Alla terza pagina del suo primo romanzo, Benevolenza cosmica, ero già fuorviato dalla maturità di una scrittura in cui non c’era ombra di acerbo, di veniale. Come un musicista giovanissimo che suona lo strumento perfettamente, e per di più inventa soluzioni armoniche mai sentite. A conquistarmi del tutto fu il senso dell’umorismo, una dote di cui pochi autori dispongono.
Poi esce Nova, un libro diverso, letterario nel senso più seducente del termine, che racconta a scopo di riflessione. Parla di violenza e di vigliaccheria. A queste due categorie inflazionate dall’etica restituisce un senso culturale molto più autentico e comunemente sottostimato. La scrittura ha una puntualità e un’esattezza che mi hanno confermato il valore di un autore che oggi trovo ancora più forte di quando l’ho conosciuto. Presentarlo al Premio Strega è un vero motivo di orgoglio. Perché su Bacà avrei scommesso fin da subito”.



FABIO BACÀ E IL SUO ROMANZO “NOVA”, FINALISTA AL PREMIO STREGA 2022: LA SINOSSI

La sinossi del romanzo “Nova” di Fabio Bacà, finalista al Premio Strega 2022, lascia già intuire parecchio circa la trama del libro, ma chiaramente tutte le pieghe e i risvolti della vicenda possono essere scoperti soltanto attraverso un’attenta lettura.

“Del cervello umano, Davide sa quanto ha imparato all’università, e usa nel suo mestiere di neurochirurgo. Finora gli è bastato a neutralizzare i fastidiosi rumori di fondo e le modeste minacce della vita non elettrizzante che conduce nella Lucca suburbana: l’estremismo vegano di sua moglie, ad esempio, o l’inspiegabile atterraggio in giardino di un boomerang aborigeno in arrivo dal nulla. Ma in quei suoni familiari e sedati si nasconde una vibrazione più sinistra, che all’improvviso un pretesto qualsiasi – una discussione al semaforo, una bega di decibel con un vicino di casa – rischia di rendere insopportabile. È quello che tenta di far capire a Davide il suo nuovo, enigmatico maestro, Diego: a contare, e spesso a esplodere nel modo più feroce, è quanto del cervello, qualunque cosa sia, non si sa. O si preferisce non sapere”.