Fabio Camilli è il quarto figlio di Domenico Modugno, fratello di Marco, Marcello e Massimo Modugno. A stabilirlo è stata la Cassazione, che lo scorso 19 luglio ha messo fine a una vicenda giudiziaria durata quasi un ventennio. “Il procedimento di riconoscimento di paternità della durata media di 4-5 anni si è trasformato per me in un percorso a “ostacoli” lungo (e credo sia un record) 18 anni”, ha ammesso Fabio Camilli a poche ore dal verdetto che sanciva, in via definitiva, che Domenico Modugno è suo padre biologico. “Comunque ce l’ho fatta, è finita – ha aggiunto – Sono molte le persone che dovrò ringraziare per essermi state vicine in questi anni. In particolare l’avvocato Gianfranco Dosi che in tutti questi anni ha saputo tenere la barra dritta durante questa lunghissima tempesta giuridica riuscendo alla fine a condurci in porto vivi e vittoriosi”.



FABIO CAMILLI: “IO E MIA MADRE MAURIZIA CALÌ NE AVEVAMO PARLATO”

Nella lunga battaglia per il riconoscimento, Fabio Camilli si è spesso ritrovato da solo: “A parole tutti sembravano pronti a sostenermi”, ha detto in un’intervista concessa all’agenzia Ansa, “ma nel momento in cui è stata pubblicata la notizia si sono resi vaghi, hanno preso le distanze. Anche mia madre, ed è la cosa che mi è dispiaciuta di più. Ne avevamo parlato”. Secondo quanto si legge su Il Corriere, Domenico Modugno si sarebbe innamorato di Maurizia Calì nel 1961 nel corso della preparazione, al teatro Sistina di Roma, della commedia musicale “Rinaldo in campo”. L’amicizia con colei che era considerata come “l’angelo custode del Sistina” si sarebbe trasformata ben presto in passione e da quel sentimento, nell’agosto del 1962, è nato Fabio, che prese il cognome del marito della Calì, l’ingegnere Romano Camilli, che gli ha fatto da padre.



FABIO CAMILLI, FIGLIO DOMENICO MODUGNO “QUANDO L’HO SAPUTO ERA GIÀ MALATO”

Fabio Camilli non ha fatto in tempo a conoscere suo padre e ad ascoltare la sua verità dei fatti. “Quando ho saputo – precisa Camilli – era già malato e poco tempo dopo è morto. E così le tante domande che avrei voluto fargli sono rimaste senza risposta”. Ma non è andata meglio al suo rapporto con l’uomo che l’ha cresciuto, suo padre Romano Camilli, con il quale avrebbe voluto avere almeno un chiarimento: “Quando sono riuscito a rimettere in piedi un rapporto, non più viziato da questa vicenda, anche lui purtroppo è morto”. Le cose sono andate diversamente con sua madre: “a lei le domande che dovevo fare le ho fatte e le risposte le ho avute – ha spiegato Fabio Camilli all’agenzia Ansa – E’ una vicenda umana come tante, per me è indifferente, per la gente magari no”. Mentre con i fratelli, fino a quel momento suoi conoscenti, il rapporto si è incrinato irrimediabilmente: “Per loro sono diventato un nemico, mi hanno dato del mitomane, truffatore”, si legge sul Corriere.

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