Fabio Canino, giudice di Ballando con le stelle, è stato ospitato a Ciao Maschio, dove ha raccontato a Nunzia de Girolamo, con la quale ebbe un litigio proprio durante Ballando, alcune cose di se stesso. “Sono tantissimo curioso e il lavoro che ho scelto non lo puoi fare se non lo sei”, racconta, “mi piace molto viaggiare, ma la pigrizia comunque un po’ mi frena e sarei veramente un ottimo testimonial per divani. Poi però ci sono cose per cui la pigrizia passa e si fanno”.
“In amore”, continua a raccontarsi Fabio Canino, “sono solo curioso e per niente pigro”. Rimanendo in tema amore, interpellato se sia una persona difficile da “sopportare” in una relazione, confessa che “secondo il mio compagno si, molto, ma io non credo. Sono molto sincero, l’hai visto anche tu, ti dico sempre quello che penso e ti metto sempre nella condizione di sapere con chi hai a che fare, poi sta a te scegliere. Chi non mi conosce pensa che sono matto, arrogante, ma nessuno mi dice che sono falso“, conclude Fabio Canino.
Fabio Canino: “Volevo fare il circo”
“Utopico è colui che vede il mondo in un modo”, racconta ancora Fabio Canino, riferendosi nuovamente a se stesso, “ma vorrebbe che fosse in un altro e a volte fa anche rima con naif, ingenuo. Ingenuo magari io non lo sono, ma quando vedo una persona o una situazione, penso che mi piacerebbe che fosse in un altro modo, e quindi si rimane utopici nell’immaginario, come i bambini quando giocano”.
E rimanendo in tema infanzia, Fabio Canino racconta anche che “da bambino volevo fare il circo perché per me rappresentava lo spettacolo, senza sapere cosa veramente fosse. Queste persone facevano dei giochi, vivevano tutte assieme, viaggiavano tanto ed erano in tutte le parti del mondo, volevo fare anche io quello. Avevo anche una zia che faceva parte di un piccolo circo e quando ha sposato mio zio è uscita da quel mondo. Però la sua famiglia lo faceva ancora ed un anno mi portarono in giro per l’Italia”, ricorda Fabio Canino, “fu un esperienza pazzesca. Io aiutavo e loro mi davano delle cose da fare, mi colpiva molto la disciplina di quei ragazzi e ragazze, è un lavoro difficilissimo”.