Fabio Cannavaro, in collegamento con ‘Non Mollare Mai – Storie Tricolori’, racconta un aneddoto riguardante i Mondiali 2006. Insieme a lui, ospite, c’è l’ex CT della Nazionale italiana campione del mondo, Marcello Lippi. Passano le immagini di Italia Germania e l’ex difensore racconta: “Noi eravamo in campo e ci chiedevamo cosa stesse facendo il mister”, dice ridendo. “Ci ritrovammo in campo con 4 attaccanti, ho ancora la pelle d’oca. C’era grande entusiasmo ed euforia, andammo dal mister a chiedergli perché. E lui ci disse che…”. Lo interrompe Marcello Lippi, che spiega: “Dissi loro che avremmo vinto. Eravamo ai supplementari e si giocava in attacco. In difesa non passava una nocciolina e allora dissi di rischiare”.

FABIO CANNAVARO OSPITE DI NON MOLLARE MAI – STORIE TRICOLORI

Nel parterre di “Non Mollare Mai – Storie Tricolori” ci sarà anche Fabio Cannavaro: il Pallone d’Oro 2006 scende in campo per una giusta causa, sostenere la Croce Rossa Italiana e contribuire alla raccolta fondi veicolata da Rai Uno nel charity show in onda nella prima serata di oggi, martedì 2 giugno 2020. L’ex difensore della Nazionale campione del mondo di Marcello Lippi, dopo aver appeso le scarpette al chiodo si è lanciato nella carriera da allenatore. Attualmente l’ex centrale di Inter e Juventus allena in Cina la squadra del Guangzhou Evergrande ma in una recente intervista a Sky Sports Uk ha ammesso: “Mi piacerebbe allenare in Europa. Sono in Cina per cercare di migliorare, sono in uno dei migliori club asiatici e, naturalmente, in futuro, vorrei provare la sfida del calcio europeo”. Il fatto di allenare in Cina gli ha dato modo di vivere da vicino la tragedia del coronavirus nell’epicentro della pandemia. La fase della grande paura, però, come ha raccontato a Napoli Magazine Live, sembra essere alle spalle: “In Cina siamo abbastanza tranquilli, in questo momento siamo a cena, abbiamo ancora l’obbligo della mascherina che tra un po’ sarà tolto, quindi, ritorniamo alla normalità”.

FABIO CANNAVARO, “ALLENARE IL NAPOLI? UN GIORNO…”

Ma quali sono i punti di riferimento lavorativi di Fabio Cannavaro? Il napoletano non ha dubbi: “Mi piacciono la mentalità di Klopp e la cultura sportiva di Guardiola, fa mettere alle sue squadre sempre intensità, con e senza palla. Credo che le mie squadre debbano controllare il gioco e provare a vincere”. Chissà che un giorno Cannavaro non realizzi il sogno riuscito a pochi, soprattutto nel mondo del pallone, quello di essere riconosciuto “profeta in patria”: “Non ho mai lasciato Napoli, anche se ho lavorato fuori, pur avendo fatto il giro del mondo, è sempre casa mia, la mia famiglia, i miei figli sono in città e quindi non ci penso nemmeno a lasciare la città. Stare lontano da Napoli non è semplice, la cosa importante è mantenere sempre i legami molto stretti ed è anche l’intento della Fondazione (Cannavaro-Ferrara, ndr). Come ho detto tante altre volte, chi fa il mio mestiere deve sempre aspirare al top e il Napoli è il top. Poi, è chiaro, in questo momento la squadra azzurra è in ottime mani, ma chissà, in futuro…”. Vedremo un giorno Fabio Cannavaro sulla panchina del Napoli?