Fabio Capello, o forse Don Fabio Capello, come soprannominato da molti nel corso della sua lunga carriera nel mondo del calcio. È lui il protagonista odierno dell’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Tra i temi toccati c’è la Roma, da lui allenata dal 1999 al 2004, oltre che esserne stato calciatore tra il 1967 ed il 1970. Una carriera lunga di successi per Fabio Capello che dopo la Roma approdò alla Juventus per poi passare, dopo lo scandalo Calciopoli, in Spagna al Real Madrid (seconda volta in carriera dopo averla allenata nel 1996-1997).
Fabio Capello, nel corso della sua intervista ai colleghi della Gazzetta dello Sport, si sofferma, quindi, sulla Roma e sulla nuova coppia d’attacco che spaventa tutte le contendenti: Paulo Dybala-Tammy Abraham, senza chiaramente dimenticarsi di Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo. L’esperto tecnico esordisce subito dicendo: “Dybala ed Abraham mi ricordano Totti e Batistuta“, confronti forti, molto forti che faranno riemergere ricordi bellissimi a tutti i tifosi della Roma, visto che, con quei due li davanti, e Fabio Capello in panchina, arrivò la vittoria dello scudetto nella stagione 2000-2001, con successiva Supercoppa Italiana.
Fabio Capello: “Mourinho? José è un vincente”
Parla anche del tecnico dei giallorossi, Josè Mourinho, collega di professione dell’esperto allenatore Fabio Capello. L’ex tecnico di Roma, Milan e Juventus ha detto del collega portoghese: “José è un vincente, e lo ha dimostrato anche alla Roma. Adesso ha una squadra all’altezza delle sue aspettative, ma lui è perfetto nella gestione del gruppo e quindi non avrà problemi“, dice Fabio Capello dell’ex allenatore di Chelsea ed Inter, tra le tante. Su Zaniolo, dice Capello: “Zaniolo è un grande talento, a cui bisogna solo augurare la salute per le qualità che ha. E se va via? La società lo sostituirebbe con un altro all’altezza“.
Dopo il paragone Dybala-Totti e Abraham-Batistuta, viene chiesto se ci dovesse essere qualche analogia anche tra Pellegrini ed il ‘Puma’ Emerdon, baluardo fondamentale della mediana di Capello in quella “magica”, non aggettivo usato a caso, Roma che vinse lo scudetto nel 2001. Il tecnico ha risposto: “Il brasiliano era più difensivo, mentre Lorenzo ha qualità più offensive, può andare in gol più facilmente. Ma l’accostamento con Emerson è un onore per tutti. Era un leader vero. Si ricordi che è stato capitano anche di una squadretta che si chiamava Brasile, non so se mi spiego“.