Fabio Caressa in crisi d’astinenza… da calcio, naturalmente: “Ho finito anche di rivedere le partite storiche, non so più a cosa rivolgermi. Il calcio mi manca veramente tanto”. Il celebre giornalista sportivo di Sky nel corso di una diretta Instragram con Paolo Bonolis racconta questo momento così particolare anche per il mondo del calcio. Fabio Caressa ritiene che oltre aprile l’Italia non debba rimanere completamente ferma: serve ripartire, pur con tutte le cautele del caso, e anche il calcio potrà fare la sua parte.



D’altronde Caressa si dice convinto che la Uefa farà di tutto per portare a termine la stagione e Bonolis è d’accordo con lui: “Si potrebbe ricominciare a porte chiuse – è l’opinione del presentatore -, il pallone può essere una valvola di disimpegno, un’occasione di respiro. A me manca molto anche fare sport”. Caressa da questo punto di vista non si è fermato: il telecronista racconta le partite con una palletta di spugna con il figlio e gli allenamenti casalinghi con la maglia dello Spezia, aneddoti di vita quotidiana in tempi di quarantena.



FABIO CARESSA E PAOLO BONOLIS: LA CHIACCHIERATA SU INSTAGRAM

Paolo Bonolis poi punzecchia Fabio Caressa sulle previsioni non sempre azzeccate per cui il telecronista è stato spesso vittima di ironia sui social. Caressa però rivendica la correttezza di alcune sue opinioni, ad esempio il giudizio non lusinghiero espresso su Piatek: “Sembrava un fuoriclasse, ma aveva segnato solo per 6 mesi. Un attaccante si giudica su due stagioni. È la continuità che fa la differenza. Quando i difensori hanno imparato a marcarlo, non l’ha più buttata dentro”. Quanto a Jurgen Klopp, “avevo detto che l’allenatore del Liverpool rischiava di essere l’allenatore più esaltato e meno vincente della storia, ma lo aveva detto lui stesso, era il tecnico che aveva perso più finali in carriera”.



Nessuna cattiveria veros il tecnico tedesco, al quale d’altronde Caressa è legato da un curioso ricordo: “Nel 2006 lavorava nella tv tedesca Zdf. Riprese il mio ‘Andiamo a Berlino’ e mi fece un omaggio”. Non manca un omaggio a Gian Piero Gasperini – paragonato a Rinus Michels – e alla sua Atalanta che potrebbe diventare “l’orgoglio della rinascita”. Chiusura pirotecnica con un aneddoto su una delle prime uscite con la moglie Benedetta Parodi: “Quando ci siamo conosciuti volevo portarla al cinema. Lei mi disse: No, quel film no. E’ noioso come il calcio…”.