Fabio Concato ha le idee molto chiare sul Festival di Sanremo 2023, che ha conosciuto in prima persona come artista e come ospite di alcune delle edizioni passate. “Occhio che non sono più gli anni nei quali la settimana prima sulla copertina di Tv Sorrisi e Canzoni c’era già la foto del vincitore sicuro – avverte scherzosamente Fabio Concato nell’intervista pubblicata tra le pagine del quotidiano Libero – Oggi potrebbe vincere chiunque, anche un giovanissimo rapper e sarebbe giusto così, come pure Giorgia che canta come una belva ed è ancora una ragazza”. E a questo proposito aggiunge: “a parte il fatto che non ci sono le vecchiette quando hai quel talento. Le grandi artiste hanno cantato fino a 85 anni…”.

Parlando di questo imminente Festival di Sanremo 2023, Fabio Concato confessa che “da quando c’è Amadeus lo guardo un po’ di più” anche se deve ammettere che “non riesco a vederlo tutto. Servirebbe una pastiglietta per arrivare alla fine…”. Vuole elogiare i “cast sempre ben selezionati” e la capacità di Amadeus di mettere dentro “cose particolari che spaccano come i Maneskin. Loro sono una banda davvero particolare di rocker veri che magari quelli della mia età avevano già sentito…”. Per questo motivo spiega che “è normale che piacciano ma non li definirei così rivoluzionari”.

Fabio Concato su Sanremo 2023: “c’è chi scrive cose potentissime”

Fabio Concato parla anche del suo rapporto con i giovani autori che entrano nel mondo della musica e delle spettacolo e sono alla ricerca di una guida che possa accompagnarli nei loro primi passi. “Sono vissuto come un artista molto istrionico e solitario anche se poi non è vero” confessa a Libero, spiegando che “non mi si vede tutti i giorni alla tv quindi non viene in mente di chiamarmi”. Riconosce però che “io li ascolto quando riesco a capire che cosa dicono. C’è qualcuno di loro che scrive molto bene. Cose potentissime. Quello che manca sempre è la musica che è mortificata”.

Parlando dei nuovi artisti che popolano la scena musicale italiana, Fabio Concato tra le pagine del quotidiano Libero predice che “qualcuno sta cercando di farne un po’ di più e sono convinto che tra qualche anno ci saranno di nuovo le belle canzoni”. E pensa con un pizzico di nostalgia che “sarebbe bello se fra 40 anni cantassero ancora qualcuna delle canzoni di questi ragazzi, come capita con Domenica bestiale o Futura di Lucio… ma non lo credo e mi dispiace”.