L’attore Fabio De Luigi ha rilasciato un’interessante intervista nel programma radiofonico “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall’1.30 alle 6.00 del mattino su Rai Radio 2. De Luigi ha raccontato particolari curiosi e a volte sconosciuti della sua carriera, iniziata con una lunga gavetta che spesso i comici televisivi di oggi non compiono, trovando scorciatoie che li portano a mancare però una formazione che può rivelarsi fondamentale per durare nell’ambiente. Ha spiegato De Luigi: “Ho sempre sognato di fare il lavoro che faccio. La prima grande occasione della mia vita è capitata per curiosità: mi sono iscritto ad un concorso per comici, molti anni fa, e non so perché mi hanno preso. Ed eccoci qui. Ancora non si sono accorti di aver sbagliato forse. La comicità oggi? Il successo di Zelig ha dato la stura a tanti altri programmi di quel genere. C’è stato forse un abuso di programmi comici che ha portato ad andare a cercare continuamente materiale umano che magari era talentuoso ma non era pronto. Qualcuno probabilmente è stato bruciato per strada.”
LA GIALAPPA’S? SIMPATICHE TESTE DI C…
E proprio da un “no” detto a un personaggio al quale difficilmente a livello professionale si può rifiutare qualcosa, visto l’occasione di visibilità che propone nella televisione italiana, ha preso il volo la carriera di Fabio De Luigi: “La mia fortuna, lo dico sempre, è stata nell’anno in cui ho fatto il concorso di cui vi ho parlato, non andare al Maurizio Costanzo Show. I primi tre classificati in quel concorso avevano la possibilità di andare al Maurizio Costanzo Show. Io arrivai quarto e non ci andai. Così mi sono fatto una decina d’anni di palcoscenico in giro per locali. E’ importante. Per questo mi sono fatto trovare pronto quando è arrivata la Gialappa’s.” Sul famoso trio Carlo-Marco-Giorgio le parole di De Luigi sono di goliardico affetto: “Loro sono tre amabili teste di cazzo. Sono stati anni veramente divertenti. So che è stucchevole sentirlo dire, ma è così. Mi rendo conto più adesso di quello che ho combinato che mentre lo facevo. Comici storici sono passati da lì. Penso a Teocoli, Crozza, Albanese, Aldo, Giovanni e Giacomo. Era bellissimo ritrovarsi in un programma che io guardavo da spettatore. Non te ne rendi conto immediatamente, ti sembra sempre di essere di Serie B rispetto a quelli che vedevi da spettatore.” I programmi della Gialappa’s Band sono infatti stati spesso una palestra formidabile per i comici di maggior successo in Italia,e Fabio De Luigi è stato tra coloro che hanno raccolto i maggiori frutti di questa particolare esperienza.
FABIO DE LUIGI, AMICIZIE DIFFICILI SUL SET
D’altronde, il mondo dello spettacolo è una centrifuga e il passaggio dal piccolo al grande schermo per Fabio De Luigi ha reso ancor più frenetica la sua esperienza da attore, ed ha reso ancor più indispensabile far leva sugli anni di gavetta per reggere l’urto di situazioni che vanno spesso anche ad investire il fattore umano, come lo stesso De Luigi racconta: “Amicizie sul set? Dipende da cosa si intende per amicizie. Io sono ad esempio molto amico di Antonio Albanese, anche se non ci vediamo e non ci frequentiamo mai. Il set è una sorta di servizio militare divertente. Sul set frequenti per due mesi gente che fino al giorno prima non conoscevi. Quando ci si conosce sul set e ci si sta simpatici, cementa questa cosa. Ma non è che poi finito il film ci si frequenti. Almeno per me è così. Sono scarso da questo punto di vista, tendenzialmente sparisco. Anche se ovviamente so che se qualcuno ha bisogno lo aiuto e viceversa.” Il caratteristico modo di parlare schietto dell’attore romagnolo è particolarmente importante per capirne la mentalità disincantata ma anche scanzonata, che l’hanno reso una maschera versatile sia nel mondo usa-e-getta della televisione, sia in quello più riflessivo del cinema dove è cresciuto arrivando anche a cimentarsi dietro la macchina da presa come regista.