La morte di Angelo Guglielmi ha lasciato un grande vuoto nel mondo della televisione. Lo storico direttore di Rai 3 è stato omaggiato da tanti amici e colleghi, non poteva mancare il ricordo di Fabio Fazio. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, il conduttore di Che tempo che fa ha spiegato che per lui è stato importante conquistare la sua fiducia, “anche se all’inizio non mi sentivo organico alla rete”.
“Io facevo la tv che si faceva in quegli anni, frequentare lui è stato come un corso di dottorato”, ha ricordato Fabio Fazio. Il volto della terza rete ha ricordato Guglielmi come un vulcano, i suoi pensieri erano molto più veloci delle parole. La svolta è arrivata nel 1993, con Quelli che il calcio: “Non so come ma Guglielmi si fidò e quello fu l’inizio. La fine dell’apprendistato per me. Solo con il tempo ho capito la fortuna che ho avuto a trovarmi lì in quel momento”.
FABIO FAZIO, IL RICORDO DI ANGELO GUGLIELMI
Fabio Fazio ha ricordato che Guglielmi ha creato Rai 3 da zero, mettendo insieme tutti i pezzi di modo che fossero tra loro complementari: “Voleva costruire una narrazione e non trasferire la sua conoscenza letteraria in televisione”. “Guglielmi ha aggiunto alla televisione questo valore di contemporaneità dove era caduta la barriera di quello che si può dire oppure no”, ha proseguito il conduttore di Che tempo che fa: “La realtà e la televisione diventavano un tutt’uno. Quella tv diventava realtà stessa. Era un rapporto biunivoco”. Fabio Fazio ha ricordato Guglielmi come un uomo brillante e informato, Rai 3 è sopravvissuta solo grazie a lui: “Direi di sì. Si sperimentava tantissimo, era una Rai che faceva i programmi all’interno, una Rai analogica e non digitale”.