All’alba della prima puntata della nuova stagione di ‘Che tempo che fa‘ – che proprio questa sera approderà sul Nove dopo la tradizionale pausa estiva – Fabio Fazio è intervenuto sulle pagine del Corriere per raccontare la sua ‘prima’ esperienza dello scorso anno lontano dalla Rai che (almeno in qualche modo) lui stesso ha aiutato a forgiare fino a quello che è diventata oggi; mettendo fin da subito in chiaro che non considera il successo della prima edizione del suo programma una rivincita perché – spiega – pur essendo “un sentimento legittimo, a una certa età si impara a non cadere in queste trappole”.
Ragionando sulle differenze tra le Rai e il Nove, Fabio Fazio spiega immediatamente che sulla nuova emittente “si respira un’aria di ritrovata leggerezza di cui avevo bisogno”, senza ignorare la “libertà” che purtroppo aveva perso sul servizio pubblico: “In Rai – spiega – mi sono toccate transumanze da una rete all’altra con infinite polemiche” e più volte si è trovato “come ovvio, da solo“; mentre ora “posso pensare non a quello che c’è intorno, ma a fare al meglio il programma”.
Tuttavia, per Fabio Fazio resta sempre vero che la Rai è stata a lungo una sorta di casa sicura per lui, ricordando che lì ha “trascorso 40 dei miei 60 anni” conoscendo alcuni mostri sacri del passato come “Guido Sacerdote, Bruno Voglino, Enrico Vaime [e] Luciano Salce” ed apprendendo un modo di fare, di trattare la televisione e gli spettatori – che lui definisce “quell’idea di televisione pubblica” -, che inevitabilmente l’ha seguito anche sul Nove.
Fabio Fazio: “Amadeus non si preoccupa per gli ascolti sul Nove”
Tornando indietro con la mente nei lunghi (lunghissimi) anni di televisione ed interviste, Fabio Fazio confessa al Corriere di aver provato in generale le maggiori difficoltà “con gli [ospiti] stranieri” che oltre al gap linguistico hanno anche un’idea diversa delle interviste, più incentrata sull’ottica “promozionale” che talvolta traspare nelle loro parole e (per così dire) rovina la loro presenza sullo schermo: cita – in particolare – “Rupert Everett che non aveva nessuna voglia”, ma anche “Madonna (..), Lou Reed e i Metallica”; mentre non nega che emotivamente sia stato difficile parlare con persone come “Gino Cecchettin, i genitori di Regeni [o] David Grossman“.
Ad accompagnare Fabio Fazio anche quest’anno ci sarà l’immancabile Luciana Littizzetto che confessa di “ammirare” profondamente per il suo “coraggio” e la sua enorme “forza”, descrivendola come “uno di quegli amici che si conta sulle dita di una mano” in grado di intrattenere il pubblico con un “monologo di mezz’ora a settimana”; mentre l’ultimo pensiero va all’amico ritrovato Amadeus che da poco è approdato sul Nove portando un suo personalissimo game show che – per ora – fatica ad ingranare: “Lo vedo tranquillo – spiega Fabio Fazio – [e] l’ho sentito molto più triste per il derby perso dall’Inter“.