PROF FANTASMA IN MANETTE (MA NON PER LE ASSENZE A SCUOLA)

Il professore assenteista, chiamato il prof fantasma per i 550 giorni di assenza accumulati, è stato arrestato, ma la vicenda per la quale è diventato noto non c’entra nulla. Infatti, Fabio Lanza è finito in manette per un cumulo di pene, come truffa e peculato. Il commercialista 60enne di Taranto era latitante per alcune vicende passate: ad esempio, avrebbe raggirato un’anziana, di cui era amministratore di sostegno. Lanza era stato denunciato con l’accusa di essersi appropriato di 23mila euro, aprendo un conto suo per usare il denaro per scopi personali.



Inoltre, aveva chiesto di essere pagato in contanti per l’affitto degli immobili di proprietà dell’anziana. Il “prof fantasma” era in auto con la compagna quando è stato arrestato la scorsa notte a Taranto dalla squadra mobile, secondo cui si stava muovendo di notte per sfuggire alla cattura, visto che pendeva sulla sua testa una condanna di oltre 7 anni di carcere per il cumulo di pene.



La vicenda del raggiro era finita anche in Cassazione nel 2019, quando venne accolto il ricorso di Lanza e la causa rinviata alla Corte d’Appello di Lecce. Quindi, quest’anno il processo è tornato in Cassazione, con i giudici che hanno annullato nuovamente la sentenza, ricalcolando la pena per la truffa in 3 anni e due mesi di carcere, fissando anche l’interdizione dai pubblici uffici di 2 anni e otto mesi.

FABIO LANZA, IL CASO ASSENTEISMO

Fabio Lanza, che era stato assegnato come professore di diritto tre anni fa alla scuola enologica di Conegliano, aveva accumulato però assenze per malattia e permessi. Quando si è presentato a settembre era ormai troppo tardi: era scattato il licenziamento. Quindi, era tornato per questo nella città di Taranto. Comunque, nella scuola veneta non si era fatto vedere per molto tempo, accumulando assenze per 550 giorni in 3 anni.



Ottenuta l’immissione in ruolo, aveva iniziato a collezionare le assenze, il primo anno per aspettativa e il secondo per malattia, ma non continuativamente, spezzettando le assenze tra lunedì e sabato, in prossimità delle ferie. La scuola, alla luce di tutte queste assenze, era stata costretta a procedere con sostituzioni brevi e continue modifiche del programma e del metodo di insegnamento. Nei mesi scorsi il “prof fantasma” fu portato dalla scuola davanti alla commissione medica di Bari, che non riscontrò alcun problema di salute. Scattò il licenziamento irrevocabile.