In un recente intervento che si è tenuto durante una conferenza BCE a Francoforte il massimo esperto in economia della Banca d’Italia, il governatore Fabio Panetta, è tornato a parlare dei tassi d’interesse che gravano sull’Eurozona, rilanciando la sua posizione (più volte emersa negli ultimi mesi) a favore della loro riduzione. “Agire in modo tempestivo“, secondo il governatore, “è di fondamentale importanza”, perché seppur i tassi d’interesse alti siano stati necessari e fondamentali per uscire dalla crisi inflazionistica (spiega Panetta), ora si rischia di ottenere l’effetto contrario.



Proprio dai tassi d’interesse parte il governatore, ricordando che la scelta di alzarli nel 2022 era necessaria per contenere quella preoccupazione inflazione che aveva raggiunto (nell’ottobre di quell’anno) il 10,6%: ora, però, “la situazione è cambiata in modo sostanziale” secondo Panetta, mentre in tutta l’Eurozona “i rischi sulla dinamica dei prezzi si sono attenutati”, lo stesso non si può dire per “i rischi per l’attività economica” che restano “orientati verso il basso [e] vanno mitigati”.



Fabio Panetta: “Dobbiamo evitare la stagnazione dei prezzi”

Allargando il suo sguardo ai nostri vicini di casa e principali alleati economici (gli Stati Uniti), il governatore di BankItalia ricorda che da loro “pil e consumi sono tornati ai percorsi di crescita a lungo termine pre-pandemia”, mentre in Europa “sono ancora ben al di sotto del trend“. In tal senso, pur sottolineando che “la politica monetaria non è certamente la causa di questa divergenza”, secondo Panetta è importante “che non diventi un ostacolo inutile che impedisce all’Eurozona di realizzare il suo pieno potenziale”.



La rigida politica monetaria, infatti, potrebbe aumentare i rischi di un lungo periodo di debolezza per l’Europa e l’invito (rivolto alla BCE) è quello di “considerare la possibilità che potrebbe diventare troppo restrittiva andando avanti”, causando “una profonda recessione” oppure spingendo “l’inflazione al di sotto del target”. Mentre sulla prima circostanza Panette si dice “ragionevolmente” certo che non ci siano i presupposti perché si realizzi, “non possiamo ancora escludere” l’ipotesi di “una stagnazione prolungata” che si rivelerebbe “molto costosa” per la stessa BCE, oltre a scoraggiare “le imprese dall’investire, ritardando l’espansione” e “ostacolando la produttività”: il tutto, ovviamente, “a svantaggio competitivo” per l’Europa.