Le correnti non devono condizionare il lavoro del Consiglio superiore di magistratura: il monito è di Fabio Pinelli, che ha mandato una lettera al segretario generale del Csm, Roberto Mucci, per evidenziare come l’attività dei magistrati segretari non debba essere riferita a iniziative promosse dalle correnti dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). Questo, in sintesi, l’appello rivolto da Pinelli nella sua missiva, un’occasione per ribadire la necessità di fermare il correntismo negli uffici del Csm, di cui è vicepresidente. L’attività dei magistrati segretari va esercitata «con rigore professionale e riserbo», lo stesso richiesto ai magistrati coinvolti nella giurisdizione.



Stando a quanto riportato dal Dubbio, la lettera risale al 20 giugno ed è stata inviata dopo settimane in cui la magistratura associata e la politica si sono rese protagoniste di un botta e risposta a distanza legato alla riforma della separazione delle carriere che è stata approvata in Cdm. L’Anm ha deciso di riunire i suoi membri per elaborare una strategia da contrapporre a tale iniziativa politica, ipotizzando anche l’astensione dalle udienza in protesta con la riforma, percepita come un tentativo di sottomettere la magistratura inquirente alla politica. Ci sarebbero stati anche incontri all’interno delle correnti, anche nel Csm, per questo Pinelli ha preso carta e penna per scrivere una lettera che rappresenta una sorta di richiamo all’ordine, visto che i magistrati segretari hanno un ruolo nell’interesse di ogni consigliere, a prescindere dalla corrente cui si appartiene.



“LASCIARE FUORI LE CORRENTI DAGLI UFFICI DEL CSM”

Fabio Pinelli ha sentito il dovere, in qualità di vicepresidente del Csm, di segnalare al segretario generale Roberto Mucci che l’attività dei magistrati segretari e dell’Ufficio Studi e documentazione è importante per l’andamento positivo dei lavori di questo organo, nell’interesse di tutta l’istituzione, e ne ha evidenziato i compiti delicati, ad esempio a livello di studio, istruttoria, collaborazione e assistenza, ma anche per la «massima espressione della collegialità consiliare nell’Assemblea plenaria». Un lavoro che è complesso e ha un contenuto professionale elevato, comunque importante per contribuire da un lato al «perseguimento della funzione costituzionale» del Csm e dall’altro a rispettare l’immagine di una istituzione che deve garantire l’autonomia e indipendenza dei magistrati e custodirle.



Pinelli rimarca che di questa attività non beneficiano solo i consiglieri eletti dai magistrati, ma anche quelli eletti dal Parlamento. Ma va effettuata solo «in favore dell’Istituzione consiliare», priva di ogni apparenza associativa, anche se libera e legittima. Quello di Pinelli è un invito a tenere separati gli aspetti amministrativi dalle iniziative dell’Associazione nazionale magistrati, per questo chiede che venga promossa una riflessione sugli aspetti sollevati. Il Dubbio evidenzia dopo la nota di Pinelli è stata registrata solo la reazione dell’indipendente Andrea Mirenda, il quale si è detto d’accordo con l’invito di Pinelli che comunque è destinato ad alimentare il dibattito.