Con la sua hit Senza Pensieri, Fabio Rovazzi ha conquistato anche la passata estate, spopolando tra spiagge e radio e totalizzando su YouTube oltre 13 milioni di visualizzazioni. Eppure dietro quella sua aria sorniona c’è molto di più poichè con le sue stesse canzoni Rovazzi si diverte a criticare il mondo contemporaneo e al tempo stesso lancia domande esistenziali che evidentemente lo tormentano, manifestando così una sua grande e spesso sottovalutata profondità. Tornando al titolo della sua hit, è possibile vivere davvero senza pensieri? Rovazzi replica in una intervista a Famiglia Cristiana: “Sì e invidio tantissimo chi riesce a farlo. Pensare o meno non è qualcosa che si sceglie ovviamente, quando diventi consapevole e ti poni certe domande è impossibile tornare indietro. Chi non vede i problemi vive più felice di me”. Nel suo brano che gli ha fatto guadagnare il disco d’oro, Rovazzi punta il dito contro l’emergenza ambientale, il consumismo e l’uso ossessivo dei social: “Ogni mio pezzo deve essere la cartolina del momento e quindi seleziono quello che mi interessa. Al di là dei temi specifici, oggi la questione di fondo è che molte persone sono senza pensieri perché sono soggiogate dal nulla spacciato come il tutto. Abbiamo smarrito la gerarchia dei valori, il senso delle priorità, non sappiamo più cos’è il bello, la dignità”, commenta duramente.



FABIO ROVAZZI E IL SUO RAPPORTO CON LA FEDE

E’ sempre il buon Fabio Rovazzi a criticare anche l’uso compulsivo che si fa dei social, al punto che c’è chi in 15 secondi – la durata di una Instagram Story – rischia di annoiarsi. “Siamo abituati a contenuti sempre più veloci, comunicare sta diventando difficilissimo e questo è un dramma”, commenta, ribadendo però di non sapere come risolvere il problema. Il suo rapporto con la fede lo definisce “distorto”: “Nella mia vita mi sono accadute molte cose brutte e mi hanno detto che nulla accade per caso. Io non ci sto, vorrei capire perché, vorrei discuterne direttamente con Dio, sarebbe fantastico”, dice. Tante le curiosità delle quali, se solo potesse, gli piacerebbe discutere con Dio, a partire dal vero ruolo nell’universo delle zanzare. “Poi sapere il perché di certi accadimenti, ci sono tante cose che non mi tornano. La fede abbraccia un ampia gamma di atteggiamenti: c’è chi si fida e chi invece, più razionale, è incline a fare domande. Io sono tra questi. Intendiamoci: non sono come san Tommaso che ha bisogno di toccare per credere però mi piace discutere”, ammette. Attualmente, rispetto alla fede, spiega di essere arrivato ad un punto di equilibrio. Rispetto al momento politico che stiamo vivendo, Rovazzi lo ha definito “particolare”, “anche se in Italia i problemi maggiori derivano dal modo di pensare delle persone”, ammette. Lui però ha deciso di non prendere alcuna posizione politica “perché non voglio influenzare le persone che mi seguono e perché non so se ho ragione. Alcuni artisti prendono a cuore queste cose e ritengono di dover guidare le altre persone, io non mi ritengo superiore a nessuno. Il mio ruolo pubblico è legato all’intrattenimento e a far sorridere”, chiosa.

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