«Volevano mettermi il bavaglio, ma non ci sono riusciti». Gli anni passano, ma non la grinta di Fabio Testi, assolto dall’accusa di diffamazione e procurato allarme. Il celebre attore che ha girato oltre cento film nel corso della sua carriera, rischiava il processo per la vicenda delle emissioni odorose della Italpollina, multinazionale che produce fertilizzanti dalle deiezioni avicole. Ma il giudice Carola Musio del tribunale di Verona ha emesso la sentenza di proscioglimento che sancisce la vittoria dell’artista veronese e dei residenti di sei comuni della provincia scaligera che insieme a lui hanno combattuto. Testi, residente a Costermano, era stato denunciato dall’azienda, la cui sede ricade sul territorio di Rivoli ma che si trova sulla strada provinciale da Caprino-Costermano ad Affi, dove l’attore è proprietario di una tenuta con azienda agricola in cui coltiva tartufi.
La querelle, ancora irrisolta, si è aperta quando Testi ha portato all’attenzione pubblica la questione della puzza attraverso cartelli («Stop! Basta puzza dall’Italpollina») esposti sulla recinzione della sua proprietà agricola e con dichiarazioni di fuoco. «Qui c’è un’aria da veleno, da vomito, un odore nefando che ti s’incolla alla gola… Io starei qui per coltivare tartufi, li ho piantati dieci anni fa, dovevano essere nati da un pezzo invece non se n’è visto uno…», aveva dichiarato Fabio Testi, come riportato dal Corriere della Sera.
“HO VISTO BAMBINI VOMITARE PER ODORE CHIMICO”
Fabio Testi aveva anche minacciato di incatenarsi per richiamare l’attenzione sulla vicenda. «È peggio della Terra dei Fuochi, mi incatenerò perché la situazione è grave, mia nuora incinta dopo aver vomitato è svenuta dalla puzza che le è entrata in casa… Quelli di Italpollina dicono che sono in regola ma allora perché dobbiamo restare chiusi in casa per non sentirci male dagli olezzi?». Una situazione insostenibile per l’attore, che aveva portato la questione all’attenzione di media locali e nazionali tramite giornali, radio, tv e siti web. Proprio per questo ha rischiato di finire a processo: la multinazionale, infatti, lo aveva denunciato per le sue esternazioni. L’attore non fece una piega, anzi si disse pronto a raccontare al giudice anche di aver «visto vomitare due bambini ospiti a casa mia perché li aveva raggiunti un pesante odore chimico di ammoniaca essiccata». Con lui è stato denunciato Luigi Boldo, presidente del Comitato Pro Life, di cui Testi è vicepresidente. Entrambi sono stati prosciolti dal giudice perché le loro dichiarazioni non costituiscono reato. Le motivazioni della sentenza non sono state ancora depositate, ma come evidenziato dall’avvocato Stefano Gomiero al Corriere, «l’attore ha semplicemente esercitato il diritto di critica e di espressione».
“AVEVANO CHIESTO MAXI RISARCIMENTO PER INTIMIDIRMI”
Del resto, l’obiettivo di Fabio Testi era solo quello di dare eco ad un problema, quello delle esalazioni odorigene dell’azienda, affinché le autorità competenti si occupassero della questione, ponendovi rimedio, «il tutto nel pieno contradditorio di Italpollina la quale ha sempre potuto replicare al comitato Pro Life su stampa e tv», ha precisato il legale. Inoltre, le circostanze rese note dall’attore riguardavano «fatti realmente accaduti, dallo svenimento della nuora incinta alla coltivazione di tartufi non riuscita». La vicenda non è chiusa, perché il contenzioso è ancora in ballo al Tar, ma per Testi è sicuramente un importante risultato. L’attore, che a 81 anni dimostra la tempra di un combattente, nonostante sia reduce da un delicato intervento alla spina dorsale, non si è perso l’udienza preliminare, anzi al termine della stessa ha espresso tutta la sua soddisfazione. «Mi avevano denunciato pretendendo addirittura mezzo milione di risarcimento danni per intimidirmi, per farmi stare zitto. Ma non ci sono riusciti, non mi toglieranno mai il diritto di parlare, di protestare, di rivendicare i nostri diritti». Anzi, vuole continuare questa battaglia ad oltranza, anche per «migliaia di cittadini che vogliono soltanto uscire di casa senza sentirsi male per l’aria irrespirabile e le puzze nauseabonde». Persone che da un decennio ormai combattono con l’attore «per avere una qualità della vita migliore, perché l’aria torni a essere respirabile, per poter uscire di casa senza restare nauseati da esalazioni e miasmi insopportabili». La palla deve passare alle istituzioni perché, come affermato a L’Arena, «si schierino con più convinzione a favore della tutela della salute dei cittadini». L’obiettivo non è la chiusura della fabbrica, «ma che operi nel rispetto delle regole e della salute pubblica».
LA REPLICA DI ITALPOLLINA
Italpollina, come riportato dal quotidiano veronese, invece precisa: «Abbiamo ritenuto opportuno difendere la reputazione e credibilità nelle opportune sedi. Prendiamo atto della decisione del tribunale di Verona e attendiamo di leggere con il team legale le motivazioni». L’azienda poi conclude: «Negli ultimi 10 anni Italpollina ha investito oltre 5 milioni di euro per ottimizzare gli impianti in difesa dell’ambiente e abbattere le emissioni, che infatti rispettano i limiti di legge e quelli prescritti dalle autorità. Da sempre Italpollina opera secondo i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile, anticipando i tempi, e dando vita a una linea di fertilizzanti rispettosi della salute umana e dell’ambiente».