Fabio Volo e la sua quarantena in famiglia. In una lunga intervista concessa alla giornalista Selvaggia Lucarelli, il 47enne ma (quasi) eternamente giovane scrittore e conduttore radiofonico si racconta e in realtà la sua esperienza col lockdown è solo il pretesto per allargare poi la panoramica sulla sua vita e su alcuni dei temi che sono cari all’ex panettiere originario di Calcinate. “La mia quarantena? In Liguria con Johanna e i nostri figli, una specie di comune hippy ma senza le cose belle degli hippy: abbiamo vissuto in una dimensione molto bella, una bolla: a me piace stare a casa e questo annoia la mia compagna” ha scherzato Fabio Volo, precisando che per lui la quarantena ha significato scrivere, leggere in quella che è la sua dimensione ideale, ovvero la casa. E l’attenzione che ora lo scrittore dedica al fisico e documentata pure su Instagram? “È la crisi della terza età, mi è arrivata quella roba lì, vedo il declino: cerco di arginare, è da più o meno un anno che ce l’ho” ammette Volo spiegando che a scatenarlo è stata la crescita degli figli e l’approssimarsi dei 50 anni, aggiungendo che i primi segnali del suo personale ‘declino’ li nota nelle sue ginocchia. “Ma comunque dentro io sono stato sempre un anziano” torna a scherzare rivelando che a lui sono sempre piaciute le passioni della terza età, Birksenstock comprese.
FABIO VOLO, TRA QUARANTENA E “CRISI DELLA TERZA ETA'”
Passando ad argomenti più seri, la Lucarelli chiede a Fabio Volo della sua presunta crisi con la compagna: “Non sono ancora single, ma le crisi ci sono: poi si ritorna, dove vuoi che vada…” ha precisato il diretto interessato che comunque dice di prendere molto sul serio la famiglia e la sua sacralità. “A volte mi sento inadeguato come padre, anche nella relazione con Johanna anche se ci sono sempre punti oscuri che fatico a decifrare…” aggiunge la storica voce di Radio DeeJay che, passando a parlare del suo aspetto professionale, ammette che molto è cambiato e di sentire ancora il peso delle aspettative nei suoi confronti (“Appena mostro il fianco mi buttano giù, non vedono l’ora”), specialmente quando si è cimentato con la tv e più di una volta ha ammesso di essere rimasto scottato, come nel caso di “Untraditional”. “Cosa non avete capito di me? Nella vita privata non sono come il mio personaggio, spavaldo e arrogante, sono l’opposto” racconta, citando alcune delle critiche ricevute di recente come quella di non essere uno scrittore o “un panettiere che ha avuto fortuna, ma io penso di aver fregato tutti, mi è chiaro: un ‘figlio di’ con 4 lauree non è riuscito a fare nulla e arrivo io ignorante come pochi e mi prendo tutti, è chiaro che ho vinto”.
LE POLEMICHE E QUELLA BATTUTA DI 20 ANNI FA SU…
Nell’ultima parte dell’intervista Fabio Volo, chiudendo la parentesi sulle critiche e dicendo che trova molto più dignitoso aver fatto il panettiere che altri lavori, confessa di essere andato da un analista di recente prima che ci fosse il lockdown: “Ha lasciato l’operazione a cuore aperto, per fortuna la scrittura è autoanalisi, io mi salvo perché scrivo” aggiunge pur tornando su un punto toccato in precedenza, ovvero l’inadeguatezza nei confronti del ruolo genitoriale. “Il problema è la salvaguardia di ciò che sono io come persona e il ruolo di padre” ammette lo scrittore raccontando di alcuni suoi piccoli dilemmi tra il cercare la sua libertà e stare con i due suoi piccoli. La chiusura è dedicata alle polemiche, recenti o datate: “Su Ariana Grande provo a spiegarmi: gli ammiccamenti sessuali sono una cosa sbagliata secondo me se il pubblico a cui ti rivolgi è quello della pre-pubertà” ribadisce lo scrittore pur ammettendo che le parole che diceva in radio 20 anni fa oggi scatenerebbero l’indignazione sui social. “Ero ancora a Radio Capital all’epoca, una volta ho fatto una battuta sui gay dopo due mesi che ero in onda e il fax che avevamo dopo era tutto srotolato per gli insulti: fortuna che non c’erano i social” conclude quando la Lucarelli gli suggerisce che oggi, per molto meno, sarebbe stato licenziato.