Fabio Volo: scrittore, attore, deejay, personaggi tv. In una recente intervista al quotidiano Corriere della Sera, il popolare autore si è raccontato a 360 gradi partendo dal suo primo ricordo: “Io che gioco da solo dietro il divano”, ammette, spiegando le storie che amava raccontarsi. Il padre Giovanni Bonetti, scomparso ormai da 5 anni, faceva il panettiere “da cinque generazioni fino a me”, ricorda Fabio. L’uomo è mancato cinque mesi dopo la nascita del suo secondogenito: “Andavo in un reparto dove ero padre e in un altro dove ero figlio, in situazioni opposte. È stata una esperienza intensa”, ha rivelato. Il padre se ne è andato “lentamente”, spiega, a causa dell’Alzheimer: “in qualche modo non c’era già più”. Oggi gli resta la mamma, Fiorangela Buelli, un tempo parrucchiera.
Ripensando ai suoi genitori Fabio Volo ha spiegato qual è stato il regalo più grande che è riuscito a fare: “Mio padre purtroppo ha sempre avuto grandi problemi economici, pignoramenti, sono cresciuto dentro questa bolla della povertà. Non che non ci fosse da mangiare, ma il non poter fare le cose. Quando sono stato fortunato abbastanza da aiutarli ho pagato i suoi debiti, ho comprato casa per loro e li ho mandati in pensione qualche anno prima. Il più grande successo della mia vita è stato quello”. Dal padre ha ammesso di aver imparato la cultura del lavoro mentre dalla madre l’empatia e il non giudicare il prossimo.
FABIO VOLO E LA VISIONE DELLA VITA ATTRAVERSO I SUOI FIGLI
La vita professionale di Fabio Volo è impegnatissima: ha appena terminato di girare due film ed ovviamente prosegue da 20 anni il suo impegno in radio. Ma alle spalle ci sono anche 10 romanzi, altri 12 libri e vari programmi tv. Lui ammette di essere cresciuto in un vero e proprio gineceo, cresciuto con mamma, sorella, cugina e zia: “Ero lì in mezzo, coccolato e viziato. Mi ha permesso di sentirmi a mio agio con la mia parte femminile”, spiega. Lui la sua parte femminile la riconosce “nella sensibilità, nell’accoglienza”. Se dovesse pensare alla sua casa la prima che gli viene in mente è Milano, dove ci sono i suoi due figli, Sebastian e Gabriel di 7 e 5 anni, avuti da Johanna Hauksdottir: “La cosa che mi affascina di più dell’essere padre è rivivere la mia vita attraverso di loro, ma da un altro punto di vista”, ha spiegato. I suoi figli hanno compreso qualcosa della grande popolarità del padre, “ma a casa non ho mai messo un mio film, mi hanno riconosciuto solo nel video di Rovazzi. Mi chiedono se conosco chi mi ferma per strada per un selfie. Con loro sono molto semplice, quando smetto di lavorare torno a essere Fabio Bonetti che ha gli amici di Brescia o di Milano di sempre”.
I TANTI “NO” DETTI PER IL SUO LAVORO
Dovendo pensare alle tante esperienze lavorative, Fabio Volo considera la radio quella che meglio gli si addice. Ma, ammette, “Se dovessi scegliere una qualifica professionale, mi sento un autore: ho sempre scritto le cose che dico in tv, alla radio, o nei libri”. Ad oggi gli hanno più volte proposto la regia di un film, “ma non è ancora il mio momento”, ha ammesso. Ma gli hanno chiesto anche di rifare teatro: “A molte cose devo dire di no per amore della radio, perché per fare un tour dovrei rinunciare al programma e mi spiace perché ho un legame forte con gli ascoltatori”. Tra i vari no detti, anche quello al Sanremo di Pippo Baudo perchè “sono un autore, non un presentatore tv”. Infine, alla domanda relativa alla persona alla quale lui oggi direbbe grazie, Volo ha replicato: “Una volta avrei risposto a mio padre e mia madre, a quelli che mi hanno aiutato. Ora sono nella comprensione anche dei giuda, quindi i veri grazie devo dirli pure a chi mi ha ostacolato. E poi devo dire grazie a me stesso: perché credo di essermi sopravvissuto, non solo alle mie paure e ai miei limiti, ma al mio successo, al fatto di aver ottenuto quello che desideravo. Era, forse, la cosa più pericolosa”.