Studi, ricerche, scoperte continue. Il mondo della scienza è in continua evoluzione, quello della fisica non fa eccezione. Il prossimo passo è scoprire di cosa è fatta la materia oscura che costituisce circa il 25% dell’universo, risolvere domande legate al bosone di Higgs e molto altro. A spiegarlo è Fabiola Gianotti, scienziata, alla quale la Rai ha dedicato un documentario scritto da Chiara Avesani con la collaborazione di Guido Barlozzetti. Da ragazzina, dubbi come una qualsiasi adolescente chiamata alla decisione dell’università: “Scelgo chimica? Oppure fisica?” si chiedeva Fabiola.



“Se lei mi avesse chiesto, quando avevo sedici anni, cosa volevo fare, avrei risposto: “tutto”. Mi piacevano il greco, il latino, la danza, il pianoforte, il doppiaggio, la fisica… Ma poi nella vita bisogna fare delle scelte. Oggi suono quando ho tempo. Il doppiaggio mi ha consentito di avvicinarmi al teatro e al cinema, altre mie passioni. E poi, alla fine, ho deciso di specializzarmi nella fisica”, spiega la scienziata al Messaggero. La musica e la scienza, sottolinea, “Sono entrambe tra le espressioni più alte della creatività e della curiosità umane. La fisica si basa su leggi fondamentali che hanno degli aspetti di simmetria, estetici; e la musica si basa sull’armonia, la fisica dei suoni ha regole matematiche che Bach, per esempio, seguiva rigorosamente”.



Fabiola Gianotti: “Il Cern contribuisce a creare pace”

Il prossimo obiettivo della fisica, racconta Fabiola Gianotti al Messaggero, è “Cercare di capire il cosiddetto dark universe, ovvero di che cosa siano fatte la materia oscura e l’energia oscura che permeano l’Universo. Se la materia oscura fosse composta di particelle pesanti, potremmo produrla nelle collisioni dei fasci di LHC; e se invece fosse fatta di particelle estremamente leggere, servirebbero altri tipi di approcci sperimentali”.

Gli scienziati si dedicheranno anche al bosone di Higgs, che “è una particella ancora misteriosa. Si tratta di una particella elementare, o composita? Attraverso quale meccanismo nell’Universo primordiale si è creato il campo di Higgs che ha permesso alle altre particelle di avere massa? Questo non lo si è ancora capito. Esistono altri bosoni di Higgs, dei “fratelli” più pesanti di quello che abbiamo appena scoperto?”. Tante domande alle quali il Cern cercherà di dare una risposta, lì dove la scienza è importante ma non è l’unico valore nel quale si crede: “Il Cern è un esempio di collaborazione a livello mondiale”, spiega Fabiola. “Abbiamo 16mila scienziati di più di 110 nazionalità, alcuni di questi vengono da Paesi che sono in guerra e da noi lavorano assieme. Il Cern è un luogo che contribuisce a creare pace“.