Dal ricordo del nonno Fabrizio al rapporto con il padre Cristiano: Fabrizia De Andrè a 360° nel corso dell’intervista a Vieni da me. «Io l’ho vissuto molto poco, avrei voluto viverlo molto di più: quando è morto avevo 13 anni ed ero in piena guerra familiare tra mia madre e mio padre. L’ho visto principalmente nelle feste, mi sarebbe davvero viverlo di più: il suo umorismo sottile e le sue canzoni non mancavano mai. Lo vedevamo con occhi affascinati», le parole di Fabrizia sul grande Faber, aggiugendo poco dopo: «Siamo nati già con l’idea che nostro nonno era un mito, siamo cresciuti così». Poi su nonna Enrica: «Ero molto legata a lei, è mancata quando avevo 18 anni e mi manca da morire: ero legatissima a lei. Mia zia Dori ha fatto le veci di mia nonna in tutto e per tutto: ancora oggi è molto presente nella mia vita e in quella di mio figlio, non smetterò mai di ringraziarla. Le voglio un gran bene».



FABRIZIA DE ANDRE’, RIAVVICINAMENTO COL PADRE CRISTIANO

Fabrizia De Andrè è poi tornata sul sequestro patito da Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi: «Un periodo che sappiamo tutti in famiglia, ma non abbiamo mai approfondito, probabilmente per tutelare le emozioni e le sensazioni che loro hanno provato. Non era un tabù, ne abbiamo parlato a grandi linee ma senza entrare nel dettaglio. Una vicenda che si è conclusa nel modo migliore e in tutto per tutto». Infine, il rapporto ritrovato con il padre Cristiano De Andrè: «Mi ha chiamata a luglio, non me lo aspettavo minimamente: non mi chiamava da un po’ di tempo, quasi due anni. Mi ha chiesto come stavo, ha chiesto di mio figlio e di andarlo a trovare. Ad agosto siamo stati una settimana da lui e siamo stati benissimo: vedere mio padre con in braccio mio figlio è stato bellissimo».

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