Fabrizio Corona, com’è noto, dopo le dimissioni dal reparto di Psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano dove si trovava ricoverato da alcuni giorni, è stato trasferito presso il carcere di Monza nella giornata di lunedì 22 marzo 2021. L’ennesimo ritorno dietro alle sbarre, quello di Corona, che preoccupa i suoi familiari, mamma in primis, e anche i suoi legali difensori, i quali non si stancano di sottolineare come l’ex re dei paparazzi prosegua da giorni con il suo sciopero della fame e sia visibilmente provato e dimagrito.
A conferma di questa sensazione, sono giunte nelle scorse ore alcune dichiarazioni dell’uomo dalla prigione, affidate al suo profilo Instagram. Corona scrive parole bianche su uno sfondo nero che ben si coniuga con il suo stato d’animo attuale: “Mi manca da morire il mare, l’oceano, nuotare a cielo aperto ai confini del mondo senza dare conto e giustificazioni a nessuno. Mi manca da morire la mia libertà, la mia vita, la possibilità di svegliarmi e dire oggi parto e vado dall’altra parte del mondo”. Quasi una supplica, una richiesta d’aiuto gridata al mondo intero.
FABRIZIO CORONA: “MI MANCA LA VITA”
La nuova reclusione potrebbe generare effetti irreversibili e preoccupanti sulla salute mentale di Fabrizio Corona: è quanto sostengono i suoi avvocati, che stanno provando a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione. D’altro canto, la conclusione del messaggio Instagram di Corona non lascia spazio a troppi dubbi interpretativi: “Mi manca vivere, mi manca la semplicità della vita. Sono dieci anni che vivo così e sono stanco. Molto stanco”. Quasi un ultimatum, un tentativo estremo di ottenere clemenza da parte della giustizia. Gabriella Privitera, madre dell’ex re dei paparazzi, nei giorni scorsi ha chiesto che suo figlio fosse condannato ai domiciliari, in modo da non perdere i progressi registrati negli ultimi anni: “Fabrizio con grande sofferenza ha fatto un cammino lungo con me, suo figlio Carlos, i suoi fratelli e le poche persone che gli vogliono veramente bene. Con l’aiuto dei terapeuti, siamo riusciti a farlo stare molto meglio. Deve continuare la terapia. Se lo mettono in carcere, muore. Il suicidio è la cosa che temo di più a causa della malattia”.
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